Dici? Aprono una bancarella nel 2017 in un parcheggio, già qui in Italia nascerebbe il primo ostacolo, devi avere una licenza e una autorizzazione per stare in quel posto.
Dalla bancarella al franchising
• Nel 2018, la bancarella si trasforma in un vero ristorante in un centro commerciale di Los Angeles, decorato con street art locale.
• Nel 2019, arriva l’accordo con un gruppo di investitori guidato da Bill Phelps (ex CEO di Wetzel’s Pretzels) e il produttore John Davis, che porta all’avvio del franchising e alla nomina di Phelps come CEO.
Espansione nazionale e internazionale
• Dal 2019 in poi, Dave’s Hot Chicken apre rapidamente nuove sedi a Los Angeles e poi in altre città degli Stati Uniti.
• Nel 2021, il brand supera le 30 sedi e si espande in Colorado, Texas, Ohio, Illinois, Michigan, Nevada, Oregon e Texas.
• Nel 2022-2023, l’espansione continua in Wisconsin, Florida, New Jersey, Nebraska, Pennsylvania, Georgia e Vermont.
• A livello internazionale, il primo locale fuori dagli USA apre a Toronto nel 2021, seguito da Dubai, Doha, Riyadh e, dal 2025, anche nel Regno Unito.
Quindi, aprono una bancarella , hanno una botta di fortuna che vengono notati perchè hanno un ottimo prodotto (e qui bravi loro), mettono i soldi da parte ed aprono a debito un ristorante l’anno dopo (dubito fortemente che in un anno abbiano guadagnato tanto da pagare un ristorante, visto i costi americani). Poi trovano un investitore e parte la giostra, ovvero quello che ho detto io in modo semplicistico.
Lavoro nel campo finanziario, faccio tutti i tipi di operazioni per le aziende, ti devo ricordare quanto è complicato far ottenere finanziamenti alle PMI in Italia ?
Livio, non voglio convincerti di nulla in particolare. Il dato è che il format ha funzionato e non per i soldi. In meno di un anno dall'apertura fatturavano già 5 milioni di dollari. Segno che il business model funzionava e il posizionamento era corretto. Da lì, hanno attratto attenzione.
In Italia nessuno nega che da una parte il mercato del denaro sia meno florido (la maggior parte degli imprenditori vuole appoggiarsi alle banche mentre in USA si cercano in primis investitori) nè che la burocrazia italiana sia estremamente più noiosa rispetto a quella USA.
Detto questo, anche in Italia da qualche anno stanno nascendo catene nel circuito "indipendente" che funzionano. Di molte ho scritto tanti articoli qui su substack. E non sono nate da milionari, da massoni, da collusi, corrotti, mafiosi ecc... ma da gente che ha trovato un business model e un posizionamento rilevante e il mercato li ha premiati. Alcuni sono cresciuti più velocemente facendosi notare da finanziatori, altre preferiscono una crescita più lenta in autofinanziamento.
Ciò detto, non è che di base tu non abbia ragione. Ce l'hai per carità. Ma è inutile continuare a dire "ma in America è diverso". E se non ci piace l'America copiamo dalle catene italiane che funzionano.
Ma già far funzionare bene il proprio singolo locale (nel caso del food) sarebbe sufficiente. Perché anche se dessi 10milioni di dollari al 99,9% dei ristoratori, li userebbero per fare la bella vita finché non li bruciano tutti.
Non creerebbero niente perché i loro business model sono irrilevanti, con posizionamenti sbagliati, con marketing inesistente e controllo di gestione nullo.
Quindi potendo anche io rinascerei figlio di milionari. Ma dato che non lo sono, l'unica chance è migliorare le skill finché non si viene notati, in qualche modo.
Certo se apri la classica paninoteca del cavolo, nessuno ti finanzierà mai. Nè banche né investitori. Servono format innovativi. Che per carità, non è facile lanciare.
Ma è più quello il problema, che "non ho i soldi". Perchè anche se li avessero li brucerebbero e basta.
Come sempre un ottimo esempio di marketing, ma ricordiamoci sempre che questi esempi americani, in Italia non sono possibili. Riuscire a far crescere un business del genere da zero, richiede tanti capitali esterni e oggi le banche erogano a fatica. Quindi, va benissimo l’esempio di marketing da applicare, ma bisogna accontentarsi nel migliore dei casi, di risultati molto inferiori, anche se sicuramente meglio di quello che fanno normalmente le aziende che non applicano il marketing.
Livio ma non è vero. Se leggi la loro storia, sono partiti con un piccolo chiosco e sono cresciuti in auto-finanziamento fino a 30 punti vendita prima di essere "notati" da qualcuno. Smettiamola di dire "in Italia non è possibile". Sono nati da un banchetto autofinanziato con 900$ in tasca. E non hanno ricevuto finanziamenti dalle banche, hanno fatto con i soldi dei clienti, finché non hanno trovato angel investor e fondi. Che esistono anche in Italia. Il mercato delle startup non è più quello di 30 anni fa :)
Dici? Aprono una bancarella nel 2017 in un parcheggio, già qui in Italia nascerebbe il primo ostacolo, devi avere una licenza e una autorizzazione per stare in quel posto.
Dalla bancarella al franchising
• Nel 2018, la bancarella si trasforma in un vero ristorante in un centro commerciale di Los Angeles, decorato con street art locale.
• Nel 2019, arriva l’accordo con un gruppo di investitori guidato da Bill Phelps (ex CEO di Wetzel’s Pretzels) e il produttore John Davis, che porta all’avvio del franchising e alla nomina di Phelps come CEO.
Espansione nazionale e internazionale
• Dal 2019 in poi, Dave’s Hot Chicken apre rapidamente nuove sedi a Los Angeles e poi in altre città degli Stati Uniti.
• Nel 2021, il brand supera le 30 sedi e si espande in Colorado, Texas, Ohio, Illinois, Michigan, Nevada, Oregon e Texas.
• Nel 2022-2023, l’espansione continua in Wisconsin, Florida, New Jersey, Nebraska, Pennsylvania, Georgia e Vermont.
• A livello internazionale, il primo locale fuori dagli USA apre a Toronto nel 2021, seguito da Dubai, Doha, Riyadh e, dal 2025, anche nel Regno Unito.
Quindi, aprono una bancarella , hanno una botta di fortuna che vengono notati perchè hanno un ottimo prodotto (e qui bravi loro), mettono i soldi da parte ed aprono a debito un ristorante l’anno dopo (dubito fortemente che in un anno abbiano guadagnato tanto da pagare un ristorante, visto i costi americani). Poi trovano un investitore e parte la giostra, ovvero quello che ho detto io in modo semplicistico.
Lavoro nel campo finanziario, faccio tutti i tipi di operazioni per le aziende, ti devo ricordare quanto è complicato far ottenere finanziamenti alle PMI in Italia ?
Livio, non voglio convincerti di nulla in particolare. Il dato è che il format ha funzionato e non per i soldi. In meno di un anno dall'apertura fatturavano già 5 milioni di dollari. Segno che il business model funzionava e il posizionamento era corretto. Da lì, hanno attratto attenzione.
In Italia nessuno nega che da una parte il mercato del denaro sia meno florido (la maggior parte degli imprenditori vuole appoggiarsi alle banche mentre in USA si cercano in primis investitori) nè che la burocrazia italiana sia estremamente più noiosa rispetto a quella USA.
Detto questo, anche in Italia da qualche anno stanno nascendo catene nel circuito "indipendente" che funzionano. Di molte ho scritto tanti articoli qui su substack. E non sono nate da milionari, da massoni, da collusi, corrotti, mafiosi ecc... ma da gente che ha trovato un business model e un posizionamento rilevante e il mercato li ha premiati. Alcuni sono cresciuti più velocemente facendosi notare da finanziatori, altre preferiscono una crescita più lenta in autofinanziamento.
Ciò detto, non è che di base tu non abbia ragione. Ce l'hai per carità. Ma è inutile continuare a dire "ma in America è diverso". E se non ci piace l'America copiamo dalle catene italiane che funzionano.
Ma già far funzionare bene il proprio singolo locale (nel caso del food) sarebbe sufficiente. Perché anche se dessi 10milioni di dollari al 99,9% dei ristoratori, li userebbero per fare la bella vita finché non li bruciano tutti.
Non creerebbero niente perché i loro business model sono irrilevanti, con posizionamenti sbagliati, con marketing inesistente e controllo di gestione nullo.
Quindi potendo anche io rinascerei figlio di milionari. Ma dato che non lo sono, l'unica chance è migliorare le skill finché non si viene notati, in qualche modo.
Certo se apri la classica paninoteca del cavolo, nessuno ti finanzierà mai. Nè banche né investitori. Servono format innovativi. Che per carità, non è facile lanciare.
Ma è più quello il problema, che "non ho i soldi". Perchè anche se li avessero li brucerebbero e basta.
Come sempre un ottimo esempio di marketing, ma ricordiamoci sempre che questi esempi americani, in Italia non sono possibili. Riuscire a far crescere un business del genere da zero, richiede tanti capitali esterni e oggi le banche erogano a fatica. Quindi, va benissimo l’esempio di marketing da applicare, ma bisogna accontentarsi nel migliore dei casi, di risultati molto inferiori, anche se sicuramente meglio di quello che fanno normalmente le aziende che non applicano il marketing.
Livio ma non è vero. Se leggi la loro storia, sono partiti con un piccolo chiosco e sono cresciuti in auto-finanziamento fino a 30 punti vendita prima di essere "notati" da qualcuno. Smettiamola di dire "in Italia non è possibile". Sono nati da un banchetto autofinanziato con 900$ in tasca. E non hanno ricevuto finanziamenti dalle banche, hanno fatto con i soldi dei clienti, finché non hanno trovato angel investor e fondi. Che esistono anche in Italia. Il mercato delle startup non è più quello di 30 anni fa :)