Tutto il Marketing che serve al tuo studio dentistico (sì, puoi fare marketing senza finire nei guai)
Cari dentisti (e non), parliamo di marketing per studi dentistici. Lo so, già immagino qualcuno di voi sudare freddo: “Ma con tutte queste norme, posso fare pubblicità senza rischiare sanzioni?”.
La risposta è sì, potete e dovete fare marketing, ovviamente in modo intelligente e perfettamente legale. Non ci credi? Negli USA (dell’Italia parliamo tra un secondo, non iper-ventilare che ti si alza la pressione) c’è chi ha triplicato il fatturato del proprio studio dentistico in 18 mesi puntando tutto sul marketing.
Il mio amico e compagno di studi, il celebre ortodontista Dustin Burleson, ad esempio (c’è chi lo ricorderà come mio ospite nel 2016 in una edizione di Venditore Vincente e poi durante “I Maghi del Marketing”), ha portato la sua clinica da 50 a oltre 170 nuovi pazienti al mese grazie a campagne di direct response marketing mirate.
E no, non è stato arrestato dalla “polizia dei dentisti” – anzi, si è pure aumentato le ferie! Se lui e altri suoi colleghi a cui ha insegnato la professione possono, perché non tu? Forse ti hanno imbambolato con il fatto che i dentisti in Italia non possano fare marketing altrimenti vanno in galera, gli danno fuoco allo studio, gli tagliano le gomme della macchina e cose così?
In realtà in Italia la pubblicità sanitaria è strettamente normata (cosa che condivido data la natura del decoro del professionista e della delicatezza della materia) ma è consentita dal 2006 (Legge Bersani) purché sia veritiera e non ingannevole.
La cosiddetta Legge Boldi del 2019 ha fissato qualche paletto in più, ma niente panico: “Fare pubblicità sanitaria odontoiatrica è possibile, a patto di tutelare la salute del paziente e non usare messaggi ingannevoli”. In pratica: niente allarmismi, niente miracolismi, niente spam non autorizzato, ma tanto spazio alla creatività.
Ci sono strategie collaudate che puoi adattare al tuo studio dentistico per attirare nuovi pazienti come api sul miele. Noi marketer nati nel direct response le chiamano “front-end offer”, offerte front-end: in parole povere, esche appetitose (ma oneste) che portano il paziente a conoscerti e a varcare la porta dello studio.
Di seguito ti presento i migliori front-end pratici e coinvolgenti per studi dentistici, spiegati in modo diretto e un po’ ironico per non addormentarci durante la lettura. Prepara il trapano – ehm, anzi – la penna, e prendine nota: potresti scoprire “300 modi per attrarre un paziente” e dare una svolta alla tua agenda, il tutto senza violare una singola norma (e ti spiegherò come fare passo passo durante questo articolo). Andiamo al sodo!
1. La guida gratuita che risponde ai dubbi dei pazienti
Hai presente quei volantini e libretti polverosi in sala d’attesa? Dimenticali. Parliamo di creare una guida gratuita scaricabile dal tuo sito o consegnata in studio, con un titolo irresistibile tipo “I 7 segreti per un sorriso sano dopo i 50” oppure “Guida di sopravvivenza per genitori di bimbi con carie”.
È il classico lead magnet del direct response: fornisci informazioni di valore in cambio del contatto del potenziale paziente. Dustin durante gli eventi che ha svolto con me ha raccontato di utilizzare report informativi di alta qualità per catturare l’interesse dei prospect, automatizzando poi il follow-up per 11 mesi – risultato: +30% di telefonate da quei potenziali pazienti! In pratica, la guida fa da apripista: chi la legge inizia a fidarsi di te, capisce che sai di cosa parli e sarà molto più propenso a prenotare una visita.
Questa strategia funziona benone con pazienti ansiosi o indecisi, che prima di venire da te vogliono informarsi e convincersi da soli. Ad esempio, una “Guida per sconfiggere la paura del dentista (senza ansiolitici)” può attirare tutti quei pazienti che rimandano le cure per timore – gli offri consigli pratici, mostri che li capisci, e alla fine suggerisci di venirti a trovare per una chiacchierata gratuita. E voilà, il lupo (anzi, il paziente) esce dal bosco.
Nota legale: quando realizzi la guida, attenzione ai contenuti. Fornisci info corrette e bilanciate, senza fare promesse miracolose o allarmismi (“se non vieni subito perderai tutti i denti in un mese” – ecco, questo non lo scrivere!).
La guida deve informare, educare e presentarti come professionista, non sembrare un volantino sensazionalistico. Inoltre, niente riferimenti comparativi ad altri colleghi e niente termini superlativi tipo “il migliore studio di Milano”. Rimani su toni sobri e veritieri, in linea con il Codice Deontologico FNOMCeO. Così la tua “operazione cultura” sarà perfettamente a norma e anzi apprezzata dagli Ordini (informare il pubblico fa parte della prevenzione).
2. Prima visita gratuita (o a prezzo simbolico)
“Visita di controllo e radiografia iniziale gratuite per i nuovi pazienti!”. Ti suona blasfemo regalare il tuo lavoro? Lascia che ti provochi un attimo : meglio incassare zero oggi per una visita, o continuare a tenere la poltrona vuota? Uno dei front-end più classici (e potenti) è offrire la prima visita gratuitamente, oppure ad un costo simbolico (tipo 20€ invece di 100€).
In USA è praticamente la norma: “New patients get a free exam and X-rays!” (Esame gratuito più lastra per tutti i nuovi pazienti) strillano molti studi sul loro sito, e indovina? Funziona, la gente entra dalla porta.
Tu non stai svendendo la professione, stai investendo nell’acquisire un nuovo paziente, che magari avrà bisogno di una pulizia, di curare due carie o fare quell’impianto che rimanda da anni.
Quante volte un paziente nuovo, preso per mano, si trasforma in un caso da migliaia di euro nel tempo? Moltissime. Allora, quei 15 minuti del tuo tempo iniziale non sono un costo, ma marketing puro. Un potenziale paziente che magari ti cercava da tempo trova finalmente la scusa per provarti: “Perché no, è gratis, vediamo come mi trovo dal dottor Rossi…”.
E se nel frattempo hai fatto un bel check-up e mostrato professionalità e cortesia, quel paziente sarà ben felice di affidarti la sua bocca (e il suo portafoglio) per le cure necessarie. Ricorda: come dice la saggezza pubblicitaria, “non vendi odontoiatria, vendi un sorriso più bianco e sano”. In altre parole, vendi il beneficio senza far pesare subito il prezzo.
E la legge? Tranquillo: offrire prestazioni gratuite con scopo preventivo è lecito, purché sia chiaro cosa è incluso e non ci siano sorprese. La FNOMCeO permette di comunicare prezzi e anche sconti, basta che non siano ingannevoli.
Quindi, se dici “visita gratuita”, sii trasparente: specifica magari che sono escluse prestazioni operative (es. cure) e che l’offerta è senza impegno. Evita clausole nascoste tipo “gratis solo se acquisti il pacchetto XY”. Inoltre, non fare leva sulla paura (“Controllo gratuito prima che sia troppo tardi!” – suona allarmistico, lascia stare).
Un messaggio onesto e chiaro è non solo legale, ma anche ben visto dai pazienti. E se vuoi essere ultra-sicuro, puoi aggiungere una nota del tipo “Offerta nel rispetto dell’art. 40 Codice Deontologico, prestazione a titolo gratuito senza obbligo di cura successiva”. Insomma, gioca a carte scoperte e nessuno potrà accusarti di scorrettezze.
3. “Sbiancamento per sempre” (Whitening for Life)
Questa è una trovata tipicamente americana, da prendere e adattare con etica e intelligenza. Molti studi dentistici USA offrono lo “Sbiancamento gratuito a vita” ai pazienti: sembra pazzesco, ma è un’offerta che attira come calamita chiunque desideri denti più bianchi.
Come funziona? In genere il paziente nuovo paga la pulizia o prima visita, e riceve gratis uno sbiancamento professionale. Non solo: finché rimane paziente attivo (fa i controlli ogni 6 mesi, le igieni programmate, etc.), avrà ricariche di gel sbiancante gratis a vita ad ogni seduta di richiamo.
È chiaro che lo studio ci guadagna: il costo del gel è minimo, ma intanto il paziente torna regolarmente due volte l’anno e porta magari anche la famiglia. “Free Teeth Whitening for Life” – lo vedi scritto ovunque nelle loro pubblicità, e funziona sia per acquisire sia per fidelizzare.
Possiamo italianizzarla? Certo! Puoi lanciare “SbiancaSorriso per Sempre”: ogni nuovo paziente che completa un ciclo di igiene e visita riceve in omaggio uno sbiancamento domiciliare + mascherine personalizzate, e finché viene ai controlli periodici, gli dai il gel sbiancante gratuitamente ogni anno.
Ti immagini il paziente come si sente? “Wow, il mio dentista mi regala il sorriso bianco per sempre!” – un bel motivo per non saltare gli appuntamenti. Questa strategia attira molto adulti vanitosi (quasi tutti 😁) e anche giovani attenti all’estetica. È il classico esempio di offerta irresistibile di cui parlo contiuamente declinata per dentisti: dare un beneficio tangibile e desiderato, così ghiotto che il paziente quasi si sente stupido a non approfittarn.
Nota legale: qui bisogna essere un po’ più attenti a come formulare l’offerta in Italia. La frase “gratis a vita” potrebbe far drizzare antenne alle autorità se poi ci sono limiti non detti. Quindi, specifica bene le condizioni: ad esempio, dichiara che “lo sbiancamento domiciliare professionale è omaggio per i nuovi pazienti che effettuano visita+igiene, con forniture successive gratuite ad ogni richiamo semestrale effettuato”.
Mettila giù in modo chiaro e veritiero, magari con un asterisco e dettagli sul tuo materiale promozionale. Così nessuno potrà dire che hai ingannato. Inoltre, assicurati che il trattamento sbiancante offerto sia sicuro e conforme alle normative sui prodotti (in UE ci sono regole sulla percentuale di perossido, ecc.).
Evita assolutamente di dire che garantisci denti bianchissimi “per sempre” senza spiegare che serve mantenimento: sarebbe una promessa sanitaria irrealistica. Invece “programma di mantenimento sbiancante continuo” suona più serio.
Con queste accortezze, puoi sfruttare questa idea forte restando nei ranghi. E se hai dubbi, coinvolgi un legale specializzato (se ti serve possiamo metterti a disposizione il nostro studio) per rivedere il testo dell’offerta: meglio un check in più che una sanzione dopo.
4. Mini-eventi informativi e Open Day in studio
Mettiamo che vuoi attirare famiglie o anziani diffidenti. Un ottimo front-end è organizzare eventi dal vivo: serate a tema, open day di prevenzione, mini-seminari informativi gratuiti.
Perché funziona? Perché esci dal ruolo del “dentista sconosciuto” e ti presenti come una persona disponibile, che condivide consigli senza impegno. Immagina: “Sabato mattina porte aperte: giornata della prevenzione per tutta la famiglia, controllo ai bimbi e consigli ai genitori – palloncini e gadget per i più piccoli!”.
Oppure una serata “Denti fissi dopo i 60: tutto quello che devi sapere sugli impianti”, aperitivo incluso. Queste iniziative creano un’atmosfera rilassata, avvicinano chi altrimenti non verrebbe mai spontaneamente e ti posizionano come esperto generoso.
Negli Stati Uniti fanno anche cose un po’ pazze: Dustin mi ha raccontato una sera a cena di aver partecipato perfino a fiere degli sposi (bridal fairs) con un banchetto informativo sull’ortodonzia per il grande giorno – risultato, in un singolo evento ha fissato 26 nuovi casi di Invisalign.
Cioè, mentre gli altri offrivano assaggi di torta nuziale, lui offriva “il sorriso perfetto per le foto del matrimonio”. Geniale no? Anche senza andare in fiera, puoi ospitare tu un evento: chiama un nutrizionista e fai la serata “Denti sani a tavola”, oppure una giornata “Bimbi niente paura” dove i bambini visitano lo studio, giocano al piccolo dentista e portano a casa un regalino (intanto i genitori fanno domande allo staff). Le possibilità sono infinite.
L’importante è che l’evento sia gratuito, utile e piacevole, così abbassi tutte le barriere di diffidenza. Dopo aver partecipato, molti vorranno diventare tuoi pazienti perché ormai ti conoscono e si fidano. E tu avrai ottenuto nuovi contatti senza “vendere”, ma semplicemente dando valore in anticipo – proprio come insegnano i marketer bravi.
Nota legale: organizzare eventi del genere è assolutamente consentito, ma resta vigile su un paio di aspetti. Primo: quando comunichi l’evento, non trasformarlo in pubblicità occulta. Cioè, chiarisci che è organizzato dal tuo studio (mettici logo e nome senza problemi, è trasparente) e che avrà finalità informative.
Evita frasi tipo “scopri il dentista numero 1 in cittá” – non serve auto-incensarsi, lascia che sia il contenuto a parlare. Secondo: durante l’evento ovviamente puoi presentare trattamenti e soluzioni, ma senza esagerare con toni commerciali. La normativa vieta la promozione ingannevole mascherata da informazioni, quindi fai in modo che il seminario sia davvero educativo.
Ad esempio, se parli di implantologia, spiega pro e contro, mostra casi reali (senza promesse impossibili) e magari porta la tua esperienza. Alla fine puoi invitare a una consulenza personalizzata, certo, ma come logica conseguenza e mai come pressione.
Terzo: se offri sul momento qualche check-up gratuito o prenotazione agevolata, valgono le solite regole di chiarezza (vedi punto sulla prima visita gratis). Ultimo consiglio: privacy – se raccogli nominativi o email dei partecipanti (magari per ricontattarli), fallo con le giuste liberatorie GDPR. Un modulo di iscrizione all’evento con consenso al follow-up è l’ideale. Seguendo queste accortezze, i tuoi open day saranno non solo un successo, ma anche un esempio di marketing etico in odontoiatria.
5. Gadget e omaggi per conquistare i bambini (e i loro genitori)
Chi ha figli lo sa: se il bimbo è felice, mamma e papà pure. Allora perché non puntare sui piccoli pazienti per attrarre l’intera famiglia? Un front-end favoloso è creare un’esperienza super-positiva per i bambini, grazie a gadget e attenzioni speciali. Molti studi pediatrici vincenti lo fanno: ad ogni bimbo regalano un palloncino colorato, oppure un “diploma di bravura” dopo la prima visita, o ancora lasciano scegliere un giocattolino da un forziere dei tesori alla fine dell’appuntamento. Risultato?
I bimbi chiedono di tornare dal dentista (sembra impossibile, ma succede) e i genitori rimangono impressionati. Puoi strutturare questo anche come front-end attivo: ad esempio, promuovi il “Kit del piccolo supereroe dei denti” – ogni nuovo piccolo paziente riceve uno spazzolino colorato, dentifricio al gusto frutta e un peluche o pupazzetto “dentoso” come mascotte dello studio.
Costa poco, ma crea un effetto wow. Oppure organizza giornate speciali tipo “Festa di benvenuto dei nuovi piccoli pazienti” in cui inviti famiglie in studio per un pomeriggio con giochi, visite rapide ai dentini e regalini per tutti.
Questo attira famiglie intere che magari stavano cercando un dentista di fiducia per i bambini ma erano titubanti. Regalare qualcosa funziona sempre – come dice il detto, “Who doesn’t love free stuff?” (chi non ama le cose gratis?) – e in ambito bimbi vale doppio. In più, i gadget con il tuo logo (spazzolini, magneti, ecc.) portano il tuo brand in casa loro e ti fanno ricordare.
Un genitore soddisfatto dirà agli amici: “Il mio dentista è fantastico con i bambini, gli ha dato pure il kit regalo, mio figlio ne va matto”. E bang, ecco nuovi pazienti che arrivano grazie a quell’esperienza positiva inaspettata.
Nota legale: regalare gadget e piccoli omaggi in sé non viola alcuna regola, vai sereno. L’importante è che non siano interpretati come compenso per attirare pazienti in modo scorretto.
Nel contesto che abbiamo descritto, tu li offri come gentile omaggio durante o dopo la visita, o in un evento: è come dare caramelle dal barbiere, nulla di male. Se però pubblicizzi la cosa (“venite che diamo il giocattolo ai bimbi!”), fallo in modo decoroso: sottolinea assolutamente e in modo incontrovertibile l’aspetto di cura del comfort del piccolo paziente, più che il valore materiale.
E ovviamente evita regali di valore eccessivo: un conto è un pupazzetto da 5€, un conto un iPad – regalare oggetti costosi potrebbe essere visto come atto commerciale aggressivo e far storcere il naso all’Ordine.
Tieniti su gadget modesti e attinenti alla salute orale (spazzolini, timer da denti, ecc. vanno benone). Così anche se qualche collega “bacchettone” vede la tua pubblicità, non potrà accusarti di nulla: stai solo mostrando quanto tieni ai tuoi piccoli pazienti.
Inoltre, occhio alle norme sulla sicurezza dei gadget: se coinvolgono bambini sotto una certa età, assicurati che siano a norma CE, atossici, ecc. (ma questo da medico lo sai già). In sintesi: coccola pure i bimbi con regalini, è perfettamente lecito e pure lodevole. I genitori te ne saranno grati – e torneranno con tutta la famiglia.
6. Pacchetti famiglia e offerte “combo”
Un dente cariato a volte ne porta con sé altri tre… in famiglia! Spesso quando un genitore decide di curarsi, trascina anche il partner o i figli che magari trascuravano i controlli. Puoi facilitare questo “effetto a catena” creando offerte speciali per famiglie. Ad esempio: “Check-up per tutta la famiglia: se porti tuo marito/moglie, per uno dei due la pulizia è gratis”, oppure “Pacchetto famiglia: visita ai due genitori + fluoroprofilassi ai bambini in omaggio”.
L’idea è dare un incentivo a chi porta più di un familiare. Negli USA i miei colleghi consigliano formule tipo “Bring in the whole family and get free fluoride treatments for the kids!” – porta tutta la famiglia e i bimbi hanno un trattamento al fluoro gratis. A te costa pochi euro di materiale, ma vuoi mettere l’appeal per un genitore attento?
Altra variante: “Piano famiglia sorriso”, una sorta di mini-abbonamento annuale dove con una cifra fissa copri tot prestazioni di prevenzione per X membri della famiglia. Insomma, bundle di servizi pensati per gruppi. Questo front-end attira genitori pragmatici, quelli che pensano “prendiamoci cura dei denti di tutti in un colpo solo e magari risparmiamo qualcosina”.
Inoltre ti consente di acquisire più pazienti in un colpo solo: invece di uno, te ne entrano tre o quattro. E spesso, se riesci a far venire insieme più familiari, loro vivono l’esperienza dentistica con più serenità (c’è tutta la tribù, nessuno ha paura) e magari si spronano a vicenda a iniziare le cure.
Per te è efficientissimo: puoi organizzare le visite in sequenza lo stesso giorno, riempiendo mezza agenda in una botta sola. David Ogilvy diceva che la pubblicità efficace vende il beneficio, non il prodotto: qui il beneficio è semplificare la vita alle famiglie e farle sentire furbe perché approfittano di un pacchetto speciale. E tu intanto ti porti a casa un bel gruppo di nuovi sorrisi da curare.
Nota legale: le offerte cumulative sono consentite, ma occhio a due cose: la chiarezza e la non discriminazione. Mi spiego: se fai “pulizia gratis al secondo membro della famiglia”, assicurati di specificare bene le condizioni (es: “offerta valida se entrambi effettuano visita e igiene nello stesso giorno”, oppure “sconto applicato sul membro di minor costo”, ecc.).
Insomma, evita che qualcuno possa dire “eh ma non era chiaro, pensavo gratis per tutti i figli e invece…” – meglio mettere tutto nero su bianco e non in piccolo. Riguardo alla discriminazione: offrire vantaggi a famiglie è ok, l’importante è che non suoni come “tratto meglio alcuni pazienti di altri” in modo anti-etico.
Ma dato che è un’offerta promozionale temporanea e rivolta a una categoria (famiglie), rientri nel lecito sconto di quantità diciamo. Anche qui, nessun linguaggio esagerato o denigratorio (“solo noi pensiamo alle famiglie, gli altri dentisti vi spennano uno a uno” – no queste cose evitiamole!). E ricorda: se citi prezzi finali in pubblicità, IVA e ogni costo deve essere incluso, e sarebbe bene aggiungere “Messaggio pubblicitario – Offerta valida fino al…” per correttezza.
Una chicca: come suggeriamo sempre ai nostri studenti, dopo averlo vagliato con un avvocato specializzato per non incorrere in azioni non consentite, potresti chiedere previamente un parere scritto all’Ordine provinciale su un volantino, annuncio o materiale del pacchetto famiglia, così hai la benedizione ufficiale.
Non è obbligatorio (la verifica preventiva non è più tassativa dal 2019, anche se qualcuno la vuole reintrodurre), ma male non fa per stare tranquilli. In sostanza, fai promozioni familiari con trasparenza e sarai a posto.
7. Programma “Presenta un amico” (referral)
Il passaparola esiste da prima del marketing, ma perché lasciarlo al caso? Un referral program strutturato può diventare il tuo front-end segreto: trasforma ogni paziente soddisfatto in un ambasciatore reclutatore.
Esempio semplice: “Se sei nostro paziente e ci presenti un amico, diamo un omaggio a entrambi”. L’omaggio può essere una pulizia gratuita, uno sconto su un trattamento futuro, oppure un kit di prodotti (spazzolino elettrico, ecc.) al nuovo arrivato e un buono regalo al paziente che l’ha invitato. Così entrambi sono felici.
Negli USA addirittura coinvolgono i nuovi pazienti subito: “Offriamo un premio per ogni amico o parente che porti entro 90 giorni dalla tua prima visita” – trasformano il neo-arrivato in un “evangelista” a caldo.
Qui in Italia, quando noi lo adattiamo per i nostri clienti dentisti serve un po’ di delicatezza, ma il concetto regge: dai un motivo concreto ai pazienti per parlare di te e presentarti gente nuova.
Dustin dice una cosa illuminante: i pazienti non vanno in giro a decantare la tua nuova fresa laser, devi dare loro qualcos’altro di cui parlare. Lui per esempio regalava biglietti per eventi locali (Food and Wine Festival) ai pazienti, dicendo “portate un amico” – così quelli a casa dicevano “Ehi, il mio dentista mi ha dato due biglietti per il festival, vuoi venire con me? Ah sì, è pure un ottimo dentista sai”. Geniale.
Puoi fare lo stesso in piccolo: organizza un’estrazione mensile tra chi ha fatto referral, o consegna un “coupon amico” ai pazienti da dare a colleghi/parenti (ad esempio: “Presenta questo coupon, avrai X e il tuo amico Y”). Questo front-end in realtà è sia acquisizione che fidelizzazione: vince il paziente e vinci tu, e soprattutto arriva gente nuova già “calda” perché l’amico fa da testimonial spontaneo. In più, risparmi sui costi pubblicitari perché i tuoi pazienti fanno il marketing per te (a costo quasi zero, se non il premio che darai loro).
Parliamoci chiaro: il referral è il miglior paziente che esista, perché viene con la fiducia ereditata da qualcun altro. Quindi, in un piano di marketing completo del tuo studio, non può mancare un sistema per stimolare il passaparola.
Nota legale: ah, il terreno scivoloso dei referral in ambito medico... Qui dobbiamo muoverci con precisione, assoluta correttezza ed eleganza. Il Codice Deontologico italiano non vede di buon occhio la mercificazione dei pazienti, quindi offrire denaro o forti sconti in cambio di referrals diretti potrebbe essere malvisto (potrebbe sembrare “procacciamento di clienti”, concetto delicato in sanità).
Ma possiamo formulare il programma in modo etico: ad esempio, invece di dire “porta un amico e avrai 50€ di sconto”, punta su ringraziamenti simbolici. Un’idea: “Programma Amico del Sorriso”: per ogni nuovo paziente presentato, regali al paziente presentatore un buono per una pulizia omaggio o un trattamento di benessere dentale (tipo sbiancamento leggero) come segno di gratitudine. Oppure un oggetto: spazzolino sonico di ultima generazione in omaggio al terzo amico portato.
Così è in effetti ma anche appare più come premio fedeltà che pagamento. Importante: non pubblicizzare mai questo come “guadagna portando gente”, mantienilo sul tono “ci piace ringraziare chi ci presenta nuovi sorrisi”. E ovviamente, la qualità deve restare la motivazione primaria: prima punta a dare un servizio eccellente che spontaneamente genera passaparola (ricordi? l’80% delle aziende crede di offrire ottimo servizio ma solo l’8% dei clienti è d’accordo… c’è spazio di miglioramento).
Il programma referral è solo la ciliegina. In pratica, è lecito ringraziare i pazienti fidelizzati con omaggi o sconti, lo fanno anche molte cliniche nei loro regolamenti interni. L’importante è la moderazione e la trasparenza: se un Ordine ti chiedesse conto, tu mostri che è un gesto di cortesia verso pazienti soddisfatti, niente di losco.
Per sicurezza, potresti evitare di sbandierarlo sui cartelloni pubblici e magari comunicarlo più internamente (via newsletter ai pazienti, cartoline consegnate in studio, ecc.), così resta un’iniziativa privata dello studio. Così facendo, nessuno potrà accusarti di “vendere pazienti” o di “procacciamento clienti”, e tu potrai far crescere la tua base clienti in modo esponenziale e etico grazie alla forza del network personale.
8. Contest sui social e challenge del sorriso
Siamo nell’era dei selfie e dei social network: perché non sfruttarli con un pizzico di creatività? Un front-end moderno è lanciare un contest sui social media legato allo studio dentistico. Ad esempio, “Condividi il tuo sorriso più bello su Instagram con l’hashtag #SmileDentistaX e taggaci: in palio per la foto più simpatica un trattamento sbiancante gratuito!”.
Questo tipo di concorso ha un doppio effetto: 1) visibilità virale – i partecipanti praticamente ti fanno pubblicità ai loro amici postando la foto e taggandoti, 2) acquisizione lead – perché per ritirare il premio o l’offerta, comunque verranno in studio.
Un’idea pratica: potresti mettere in palio qualcosa di attraente ma sostenibile (es. uno spazzolino elettrico di marca, oppure un anno di igiene gratis). In USA fanno proprio contest tipo “Posta un selfie col tuo sorriso smagliante e taggaci per vincere uno sbiancamento gratuito” – è pubblicità gratuita per lo studio e coinvolge i pazienti in modo giocoso.
Altre varianti: voting contest (“pubblichiamo le foto dei sorrisi dei partecipanti sulla nostra pagina, chi prende più like vince”), oppure challenge educative (“fai un breve video in cui tuo figlio lava i denti ballando – la BrushDance Challenge – e vinci un kit di igiene orale familiare”). Divertente, no?
Questo front-end attira molto i giovani adulti e famiglie smart, perché unisce il gioco al premio. Anche chi non vince, comunque ha interagito con te e magari gli puoi offrire un piccolo premio di consolazione (es. “grazie per aver partecipato, ecco un coupon per una pulizia scontata”).
Inoltre, dimostri che il tuo studio è al passo coi tempi, social e friendly, non il solito “luogo di trapani e tristezza”. Un contest ben riuscito può farti conoscere in tutta la zona nel giro di qualche settimana, con costi bassissimi (giusto il premio e un po’ di tempo per gestirlo). E come diceva qualcuno: “Non puoi annoiare la gente e sperare che ti noti”, quindi coinvolgerli in un gioco è ottimo per evitare la noia e farsi ricordare.
Nota legale: i contest e concorsi a premi in Italia hanno regole proprie (bisogna rispettare il DPR 430/2001 sui concorsi a premio, occhio!). Se il premio ha un certo valore economico e la partecipazione è aperta al pubblico, serve una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico e un notaio che verbalizza il vincitore.
Prima di spaventarti: esistono escamotage per semplificare. Ad esempio, se il concorso viene dichiarato “non soggetto a DPR 430” perché i premi sono di modico valore o è considerato alla stregua di un’omaggio a clienti, puoi evitarlo.
Molti piccoli contest social in pratica si fanno lo stesso in modo informale, ma io ti consiglio: fatti assistere da un legale che conosce queste normative promozionali, così strutturi il tutto a norma di legge.
Si può ad esempio configurare come “operazione senza alea” (ad es. premiando la foto più bella, quindi è una gara di abilità e non una lotteria casuale) – le “manifestazioni di abilità” hanno iter più snello rispetto alle estrazioni a sorte.
Inoltre, per sicurezza, pubblica un regolamento (anche su Facebook stesso o sul tuo sito) dove spieghi durata del contest, criteri di selezione, premio, ecc. Questo dimostra trasparenza. Dal punto di vista deontologico sanitario, non ci sono divieti specifici per i contest di contorno sui social, perché non stai promettendo cure miracolose ma regalando un premio a chi gioca con te.
Tuttavia, evita anche qui toni troppo commerciali: non fare post in cui scrivi solo “VINCI VINCI VINCI”. Mantieni l’approccio giocoso ed educativo (tipo: “facciamoci una risata insieme mostrando i sorrisi più belli – il nostro preferito avrà un omaggio”).
Così nessuno potrà accusarti di fare una pubblicità aggressiva o poco decorosa. In breve: i contest social sono legalmente fattibili, basta organizzarli con la dovuta forma. E con un avvocato che ti dà l’OK al regolamento, tu dormi sonni tranquilli mentre il tuo hashtag conquista la rete.
9. Partnership locali e cause benefiche (community marketing)
A volte il miglior front-end non è un annuncio o un’offerta, ma la tua presenza attiva nella comunità. Questo approccio “indiretto” è amatissimo dal marketing diretto USA: fare in modo che la gente ti conosca e ti apprezzi ancor prima di aver bisogno di te. Come?
Attraverso partnership locali e iniziative benefiche. Ad esempio, potresti collaborare con la palestra del quartiere: “Ai soci della Palestra FitnessClub, il nostro studio offre uno sconto di 50€ sul bite anti-bruxismo” e in cambio loro espongono il tuo poster.
Oppure con il bar figo all’angolo: “Prendi un caffè al Bar Stella e ricevi il nostro coupon per una pulizia dentale a 40€”. Cross-marketing puro. Un’altra idea: unisci marketing e altruismo con eventi tipo “Smile for a Cause” – per ogni nuovo paziente in un certo mese, doni una parte dell’incasso a una ONLUS local.
Per esempio: “Ottobre Rosa: per ogni igiene orale prenotata, devolviamo 10€ alla ricerca sul cancro al seno”. Questo attira i pazienti dal cuore d’oro, che scelgono te perché fai del bene mentre fai impresa. E intanto fai parlare di te: i giornali locali adorano titoli come “Dentista organizza giornata benefica per la comunità”.
Anche sponsorizzare la squadra di calcetto dei bambini o la festa di quartiere rientra in queste mosse: il tuo logo sullo striscione e magari un banchetto informativo alla partita o alla sagra, dove distribuisci volantini e gadget. Tutto questo non è il classico “front-end offer” con offerta specifica, ma serve a riempire il serbatoio di fiducia e notorietà.
Quando poi lanci una promozione (una guida, un open day, ecc.), la gente penserà “Ah sì li conosco, hanno sponsorizzato quell’evento benefico, sembrano bravi, diamo un’occhiata”. In pratica, ti semini nella comunità per raccogliere pazienti nel lungo periodo. Gary Halbert e soci direbbero: stai costruendo il tuo brand di quartiere con metodi direct response camuffati da relazioni pubbliche.
E ricorda: un dentista coinvolto e presente verrà sempre preferito a uno invisibile. Le partnership locali inoltre ti permettono di condividere il bacino di clienti con altre attività: è uno scambio win-win, a costo quasi zero.
Un caffè offre i tuoi coupon, tu magari offri ai tuoi dipendenti buoni caffè da loro; il pasticcere dà i suoi clienti a te e viceversa. Tutti contenti, soprattutto i nuovi pazienti che guadagni lungo la strada.
Nota legale: questo tipo di marketing territoriale è generalmente privo di insidie normative, se fatto con buon senso. Giusto alcune dritte: quando fai partnership, assicurati che l’attività partner sia in linea col tuo decoro professionale.
Collaborare con la farmacia o la palestra ok, con il night club magari meglio di no 😉. Scherzi a parte, il Codice Deontologico invita ad evitare associazioni che possano sminuire la figura del medico.
Quindi scegli partner affidabili e rispettabili. Secondo: se emettete coupon sconto congiunti, anche qui vale la regola della trasparenza sul valore economico e su chi eroga il servizio. Un esempio concreto: se il bar regala un tuo voucher “sconto 50€ su pulizia”, metti il tuo logo e riferimenti, e la dicitura “offerta erogata dallo Studio XYZ, valida fino al…”.
In questo modo è chiaro che il bar fa solo da tramite e la responsabilità del messaggio è tua (così eviti che terzi parlino a sproposito a tuo nome). Terzo: nelle cause benefiche, ovviamente mantieni la promessa e comunica i risultati. Se hai detto che donavi 10€ a caso, poi fallo davvero e magari pubblica sui social la foto della donazione consegnata.
Questo oltre che etico ti evita qualunque contestazione di pubblicità ingannevole (tipo “ha usato la beneficenza solo come specchietto per le allodole”). Ultima cosa: autorizzazioni.
Se metti un banchetto in piazza o striscioni, segui le norme locali (chiedi permessi al comune, etc.). E se fai pubblicità con manifesti in eventi pubblici, assicurati di rispettare quelle linee guida (no superlativi, no “il numero 1” e così via). Insomma, mantieni il profilo del professionista serio che però si spende per la comunità. Così nessuno potrà criticarti – anzi, probabilmente ti loderanno pure.
10. Esperienza “WOW” e garanzie (il tuo asso nella manica)
Chi l’ha detto che il front-end debba essere per forza uno sconto o un gadget? A volte l’offerta irresistibile che conquisterà il paziente è l’esperienza unica che solo tu gli dai. Mi spiego meglio: prova a pensare a qualcosa che i pazienti detestano o temono del venire dal dentista, e trasformalo nel tuo punto di forza ribaltato.
Esempio: molti odiano dover prendere permessi di lavoro o saltare scuola ai figli per venire in orario d’ufficio. Allora tu potresti essere “Il dentista con orario continuato fino alle 21 e il sabato”.
Diventa quello che “Mamma mia, meno male il Dr. Bianchi fa sera e weekend, così non tolgo i bimbi da scuola”. Questo non è un gadget, ma è un front-end potentissimo perché ti distingue. Dustin Burleson racconta di famiglie che guidano per decine di chilometri pur di andare dal dentista aperto la sera, perché nessun altro lo.
Un altro aspetto: molti hanno paura del dolore o di buttare soldi se la cura non va bene. Allora perché non offrire una sorta di garanzia di soddisfazione? Certo, non puoi garantire la guarigione (non vendiamo elettrodomestici), ma puoi ad esempio promettere: “Se la protesi totale che realizziamo non si adatta al 100%, la rimodelliamo gratis finché non sei soddisfatto”.
Oppure “Implantologia indolore garantita, altrimenti ti offriamo una seduta gratuita di igiene come risarcimento del disagio”. Sono esempi eh, trova tu la formula giusta: l’idea è rimuovere un rischio percepito. Dan Kennedy molti anni fa mi ha insegnato che abbattere le paure di chi compra è fondamentale nelle offerte front-end e io oggi lo tramando a te questo principio.
Nel tuo caso, magari il tuo front-end differenziante è “Radiografie 3D in sede (niente corse in laboratorio esterno)”, oppure “Prima pulizia con tecnica air-polishing: zero dolore, risultato top o rimborso”.
Insomma, qualcosa di concreto che gli altri studi non offrono, su cui tu costruisci la tua comunicazione per attrarre nuovi pazienti. Può essere un comfort speciale (es. occhialini VR per far guardare un film durante la seduta agli ansiosi, così nemmeno si accorgono del trapano), oppure un ambiente particolare (studio a misura di bambino con area giochi come in un asilo, per attirare famiglie).
Queste cose fanno parlare di te: “Sai, il dott. Verdi ti fa vedere Netflix mentre ti cura!” – sembra banale, ma funziona più di mille slogan. D’altronde, la qualità del servizio è marketing: un paziente entusiasta farà pubblicità spontanea. E la tua “offerta” in questo caso è semplicemente essere unico nel risolvere un problema al paziente. In gergo, è il tuo posizionamento di marca che diventa richiamo.
David Ogilvy diceva: “Se non hai un vantaggio unico, inventane uno” – ecco, inventane uno che risuoni coi bisogni latenti dei tuoi pazienti e fanne il tuo cavallo di battaglia front-end.
Nota legale: focalizzarsi sull’esperienza e offrire garanzie di soddisfazione è uno dei terreni più etici e sicuri, ma qualche accorgimento serve. Prima di tutto, non promettere mai risultati clinici certi tipo “garanzia di guarigione” – questo sì che violerebbe le regole (nessun atto medico può essere garantito al 100% e dichiararlo sarebbe ingannevole).
Invece, garantire aspetti del servizio (comfort, rifacimenti gratuiti, ecc.) è lecito perché attiene alla sfera commerciale/organizzativa. Se offri “soddisfatti o rimborsati” su, poniamo, uno sbiancamento, sappi che dovrai davvero rimborsare se qualcuno si lamenta – quindi valuta bene fin dove puoi spingerti senza rimetterci troppo.
In pubblicità scritta, formula la garanzia in modo chiaro e onesto, es. “Garanzia: se il risultato estetico del restauro non ti soddisfa, lo rifacciamo senza costi aggiuntivi”. Questo mostra serietà. Legalmente, è un patto unilaterale che offri tu: nulla vieta di farlo, anzi rientra nella libera contrattazione con il cliente. Assicurati di far firmare al paziente un accordo quando accetta questo trattamento magari, così entrambe le parti sono tutelate (tu ad esempio precisi che la garanzia copre solo determinati aspetti, ecc.).
Riguardo agli orari serali o extra comfort, nessun problema legale ovviamente – anzi, fai solo del bene. Se pubblicizzi “studio aperto il sabato”, mantieni l’impegno (non far come certi che poi sono chiusi lo stesso).
Infine, se usi frasi come “zero dolore”, mettici sempre un asterisco tipo “Tecniche avanzate di anestesia locale per minimizzare il dolore, l’esperienza può variare da paziente a paziente”. Questo perché zero dolore assoluto è soggettivo, ma se intendi che usi un protocollo specifico per il comfort, è legittimo dirlo.
In conclusione, punta pure su quello che ti rende speciale e tranquillizza il paziente: stai vendendo un’esperienza migliore, non miracoli. E questo è non solo consentito, ma pure consigliato da tutti i marketing manager!
Conclusione: Marketing dentistico senza paura (e con ROI da urlo)
Siamo arrivati alla fine di questo viaggio tra front-end strategici, e spero tu abbia colto il messaggio chiave: fare marketing da dentista si può, si deve, e porta risultati concreti.
Non devi aver paura delle normative – rispettale assolutamente al 101%, certo, ma non usarle come scusa per non fare nulla. Come abbiamo visto, esistono decine di idee creative, etiche e conformi alla legge che possono riempire la tua agenda di nuovi pazienti.
La verità è che, nel mercato di oggi, anche tu sei nel business del marketing, che ti piaccia o no. Come dice provocatoriamente Dustin : “Che tu raddrizzi denti o faccia impianti, se possiedi uno studio in un mercato libero, sei nell’industria del marketing.”
Tradotto: se ignori la promozione, stai lasciando il campo ai tuoi concorrenti (cliniche low-cost aggressive o colleghi più intraprendenti) e ti privi di opportunità di crescita.
Certo, magari tuo zio dentista vecchia scuola ti dice: “Ma io sono sempre andato avanti col passaparola…”. Bene, applausi allo zio, ma oggi non basta più. Il passaparola va stimolato (ricordi il referral program?), e soprattutto viviamo in un’epoca in cui le persone scelgono online, confrontano offerte, cercano chi offre qualcosa in più.
Per essere chiaro, se non fai marketing rimarrai sempre schiacciato tra la concorrenza degli studi leader della città che per anzianità, nome, blasone, attirano clienti in automatico o quasi, e le cliniche low-cost che ti faranno a pezzi nella fascia di sotto, quella dei prezzi bassi.
Se non sei figlio del dentista storico della città che sta ereditando lo studio del padre o addirittura del nonno e non puoi fare sempre i prezzi più stracciati di tutti, il marketing etico è l’unica via per riuscire ad avere il giusto successo. Non scherzo.
Se rimani fermo, affidandoti alla fortuna o a non so cos’altro, stai di fatto rinunciando a tanti potenziali pazienti che invece potresti aiutare (e che ti pagherebbero!). Alla fine, fare marketing in modo etico significa anche mettere quanta più gente possibile a conoscenza che esisti tu e che puoi risolvere i loro problemi dentali.
È quasi un dovere morale: hai competenze che possono migliorare la vita delle persone – perché tenerle nascoste? Come dice Jay Abraham: “Se non vendi te stesso, stai vendendo la concorrenza”.
Lo so, il tempo è poco e magari non hai idea da dove iniziare. Consiglio finale: non fare tutto da solo. Sei bravo a curare i denti, lascia che chi è bravo a fare marketing ti dia una mano in qualche modo.
E affiancaci sempre un avvocato esperto di pubblicità sanitaria: ti aiuterà a controllare che ogni claim, ogni post e ogni iniziativa di marketing siano a prova di Legge Boldi. Non è una spesa, è un investimento in tranquillità.
Così tu puoi dedicarti a ciò che sai far meglio – curare i pazienti – mentre la tua “squadra marketing-legale” prepara il terreno e ti porta contatti. In America dicono che per ogni dollaro speso in marketing dovresti averne almeno 5 di ritorno – in Italia magari non faremo conti così precisi, ma il concetto vale: il marketing fatto bene si ripaga da sé (e anzi, ti moltiplica il fatturato!).
Bando alle ciance allora: prendi una, due o tre di queste idee e mettile in pratica. Parti in piccolo, testa cosa funziona meglio con la tua clientela target, e poi scala in grande. La cosa peggiore che puoi fare è leggere e dire “bello” per poi continuare come prima.
Osare (con buon senso) paga. Non c’è niente di illegale nell’offrire valore e nel comunicare in modo efficace: lo dimostrano i casi di successo citati. E se vuoi un ultimo sprone : smetti di trovare scuse, il momento di agire è adesso.
Non lasciare che la polvere si posi su queste idee. Prova, sperimenta, misura i risultati. Nel giro di pochi mesi potresti ritrovarti con la sala d’attesa piena e pensare “perché non l’ho fatto prima?”.
Investi in marketing senza paura: è come investire su te stesso e sulla crescita della tua clinica. In fondo, un dentista senza pazienti è come un trapano senza elettricità – inutile. Quindi dai corrente al tuo studio con qualche buona strategia front-end, e goditi l’arrivo di nuovi sorrisi da curare.
Il tutto rispettando la legge, i pazienti e anche te stesso. Buon marketing (e buon lavoro) dal tuo nuovo fan, io, convinto che anche i dentisti italiani (quelli più intraprendenti ovviamente) possano fare il salto di qualità con un pizzico di direct response e creatività!
PS: Vuoi apprendere velocemente le tattiche di marketing più moderne ed efficaci per portare subito la tua azienda al successo evitando tempo perso e soldi sprecati inseguendo strategie che non funzionano? Clicca sul pulsante verde qui sotto!👇