Se non puoi Convincerli, allora Confondili!
La Tecnica "a Tradimento" delle PMI per battere le Multinazionali
Facciamo una confessione scomoda: a noi, titolari di PMI, della pura notorietà del marchio, quella roba da “Apple, Coca-Cola e compagnia”, importa solo fino a un certo punto.
Non siamo qui per farci riconoscere dal mondo intero passeggiando sul red carpet. Quello che vogliamo è vedere persone che lasciano i loro dati, richiedono un appuntamento, scaricano un coupon. In una parola: azione.
Gli annunci a risposta diretta servono proprio a questo: generare contatti, vendite, lead, tutto in tempi rapidi.
Sono i classici annunci che fai su Google, Facebook, Instagram, TikTok, YouTube e LinkedIn, dove non stai lì a perorare la causa del tuo brand come un eroe nazionale, ma cerchi conversioni reali, qui e ora.
Ora, se non sei un gigante globale come Apple o Coca-Cola—e probabilmente non lo sei, se stai leggendo questo articolo—hai una fortuna incredibile: puoi utilizzare la combinazione di annunci con e senza marchio per ottenere più contatti e convincere persino i più scettici a lasciarsi tentare.
E se stai pensando: “Ma come, non essere famosissimi è un vantaggio?”, la risposta è sì, (in questo caso specifico) sorprendentemente lo è.
I mega brand, infatti, hanno un problema se così vogliamo chiamarlo: sono così noti, così onnipresenti, che anche se provassero a fare un annuncio “anonimo”, tutti capirebbero subito che si tratta di loro.
Insomma, se vedi una mela morsicata su uno sfondo minimal, anche se non c’è scritto “Apple” da nessuna parte, il tuo cervello lo sa già: “È Apple, chi vuoi che sia?”. E se togli il logo alla Coca-Cola e mostri una bibita marroncina con le bollicine… su, non prendiamoci in giro, tutti sanno di cosa si parla. Ecco perché per i big è quasi impossibile sfruttare l’effetto sorpresa di un annuncio senza marchio. Sono troppo famosi per nascondersi.
Se non puoi convincerli, confondili! 😄
Noi, invece, che non facciamo parte della hall of fame dei brand mondiali, possiamo giocare questa carta a nostro favore. Possiamo creare due tipi di annunci:
Annunci con marchio: qui metti il tuo nome, il tuo logo, le testimonianze, i premi (se ne hai) e punti sulla fiducia. L’idea è: “Ehi, ci conosci già o magari ne hai sentito parlare. Fidati di noi, agisci adesso!”. Perfetto per chi è già predisposto ad ascoltarti e ha solo bisogno di uno spintone amichevole.
Annunci senza marchio: niente logo, niente nome, niente “questo è di Tizio & Co.”. Solo l’offerta, nuda e cruda: “Scarica subito il report che migliora il tuo rendimento di X” o “Ecco il trucco per risparmiare il 30% sulle tue bollette”. Qui colpisci chi è scettico, chi ti avrebbe ignorato a priori se avesse visto il tuo brand (magari pensando: “Li conosco già, non mi interessa”). Invece, presentando solo il beneficio, crei curiosità. Il risultato? Arrivano lead che prima ti snobbavano.
E qui entra in scena il funnel. Da una parte, hai i contatti da annunci brandizzati: gente già “calda”, pronta all’azione, che magari non vede l’ora di compilare un form o chiederti una consulenza.
Dall’altra, quelli da annunci senza marchio: più freddini, più scettici, ma incuriositi dall’offerta.
Una volta catturati, puoi iniziare a inviare loro contenuti di valore—email, brevi guide, video, case study—che li “riscaldano” piano piano, facendo scendere le barriere.
A un certo punto dirai: “Sorpresa, l’offerta era la nostra! Ecco chi siamo, ecco cosa facciamo, ecco perché puoi fidarti.” E siccome ormai hanno ricevuto valore, non scapperanno, anzi, saranno pronti ad ascoltarti davvero.
Chiaramente, non si vive di sole teorie: devi monitorare i risultati.
Analizza il costo per lead, testa diverse creatività, gioca con i copy e i formati. Se le campagne senza marchio ti portano lead meno costosi, investi di più su quelle.
Se i lead da annunci con brand spendono di più a lungo termine, non lasciarti sfuggire l’occasione. È un continuo lavoro di ottimizzazione, un tira e molla in cui cerchi l’equilibrio perfetto tra notorietà e curiosità.
In conclusione, non serve essere Apple o Coca-Cola per fare marketing a risposta diretta. Anzi, se non lo sei, puoi sfruttare i vantaggi di essere “meno famoso” per costruire un funnel di acquisizione clienti più ricco e versatile.
Un mix di annunci con e senza marchio che attira sia chi si fida di te a occhi chiusi, sia chi inizialmente non vorrebbe nemmeno vederti in cartolina.
E alla fine, quando avrai nutrito i tuoi contatti, vedrai che quel diffidente diventerà un cliente. Tutto grazie all’astuto cocktail di brand e non-brand, fama relativa e curiosità assoluta.
Perché, in fondo, nel marketing a risposta diretta, quello che conta è la sostanza: contatti, conversioni e, soprattutto, risultati.
Come trasformare la combinazione tra annunci con e senza brand in una macchina da lead
Se sei stufo di dover scegliere se puntare tutto sul tuo nome (non ancora così famoso) oppure nasconderlo nell’ombra come se avessi qualcosa da nascondere, fermati un attimo: la soluzione perfetta è mischiare le carte e usare contemporaneamente annunci con brand e annunci senza brand. Un approccio ibrido che può far impallidire i colossi, perché tu, a differenza loro, puoi giocare sull’effetto sorpresa, sulla freschezza e sul fascino dell’offerta pura e semplice.
Nel marketing a risposta diretta, il tuo obiettivo è semplice: generare lead, conversioni, contatti reali. Non vuoi solo fare salotto e chiacchiere da bar, vuoi che la gente compia un’azione immediata e concreta:
compilare un form
scaricare un report
venire in negozio
richiedere una consulenza
scaricare un buono omaggio
ecc…
Usare due tipologie di annunci, uno con il tuo bel logo (o elementi riconoscibili come la tua faccia se nella tua nicchia sei “famoso” come me) in vetrina e l’altro del tutto anonimo, ti permette di conquistare due tipi di pubblico diversi: quelli che apprezzano il “nome noto” e quelli che, appena vedono un brand, cambiano canale. Anche solo perché “pensano di sapere già tutto”.
Punto di partenza: Obiettivi, pubblico e offerta
Prima di lanciare a casaccio le campagne, chiarisciti le idee. Cosa vuoi ottenere? Più lead, meno costi per conversione, ROI più alto?
Scegli i canali: Facebook, Google, LinkedIn, YouTube. Non tutti i social sono uguali e non tutti i pesci abboccano allo stesso amo. Poi studia il tuo pubblico: chi sono, cosa vogliono, cosa li spinge a fidarsi o a essere diffidenti?
Infine, decidi l’offerta. Non deve essere uno di quei premi di consolazione inutili, serve qualcosa di tangibile: un buono sconto, un report gratuito, un calcolatore di rendimento o calorie o altro personalizzato, un omaggio. Insomma, uno “zuccherino” che valga la pena mordere.
Gli annunci con brand: rassicurazione e autorevolezza
Quando presenti il tuo logo in bella vista, non devi essere timido. Mostra le tue referenze, il tuo “curriculum” di successi. Usa un tono professionale, rassicurante, autorevole.
Chi già ti conosce o chi è predisposto alla fiducia vedrà in te un porto sicuro. A questo tipo di pubblico basta un invito chiaro all’azione (“Richiedi ora la consulenza gratuita”) e magari qualche recensione positiva, una foto del team sorridente, un grafico che mostra la crescita del numero di clienti aiutati. Ottimo per intercettare chi si fida subito.
Gli annunci senza brand: curiosità e zero pregiudizi
Qui entri in scena con lo stile dell’illusionista: niente logo, niente nomi, solo l’offerta.
“Vuoi aumentare il tuo reddito pensionistico del 33%?”
È l’offerta che parla, è il beneficio che urla “Cliccami!” senza che il potenziale cliente sappia di chi si tratti. Questo crea curiosità. Il tono può essere più intrigante, quasi misterioso, ma mai ingannevole. Niente promesse troppo belle per essere vere o rischi di finire nella black list delle piattaforme pubblicitarie. Studia bene le regole di ogni piattaforma per sapere cosa puoi e cosa non puoi dire. L’idea è puntare sul desiderio di scoprire di più.
Lanciare le campagne: due frecce per un bersaglio
Ora metti in campo entrambe le strategie sullo stesso pubblico, allo stesso tempo.
Segmenta in modo intelligente per “colpire” gli stessi utenti con due approcci diversi.
Un po’ di retargeting può fare miracoli: chi clicca sull’annuncio senza brand e poi arriva sul tuo sito, magari vedrà in futuro un annuncio con brand, e a quel punto capirà chi sei.
Oppure, se qualcuno ha ignorato il tuo annuncio con brand, potrebbe invece curiosare su quello anonimo. In questo incrocio di stimoli sta la magia.
A/B test e regole del gioco
Non lanciare tutto e poi andare in vacanza. Fai A/B test come se piovesse. Cambia immagini, copy, formati, offerta. Misura i risultati: quanti lead ottieni dagli annunci con brand e quanti da quelli senza brand?
Qual è il CPL (costo per lead)? Quale tipo converte meglio in vendita finale (CAC)? Regola il budget di conseguenza.
Attenzione alle linee guida delle piattaforme. Te lo ripeto. Non promettere cose assurde, non usare contenuti sensibili, non violare le policy di Facebook, Google e compagnia. Gioca secondo le regole, perché un account bannato non ti serve a nulla.
Ottimizzare e nutrire i lead
Raccolti i contatti, non fermarti. Se i lead da annunci senza brand non sanno nulla di te, introdurrai gradualmente la tua azienda con email di follow-up, contenuti utili, magari una pagina di atterraggio personalizzata.
Pian piano si affezioneranno e la tua credibilità salirà. Dall’altra parte, chi è arrivato dagli annunci con brand probabilmente è più caldo, pronto all’acquisto.
Varia il budget: se scopri che gli annunci senza brand generano lead più economici ma i lead con brand acquistano più in fretta, dosa gli investimenti di conseguenza.
Integrare con altre strategie e concludere in bellezza
Remarketing e retargeting sono i tuoi alleati. Email marketing e nurturing servono a trasformare il lead curioso in cliente fedele.
Il brand diventa una carta da giocare a tempo debito. All’inizio, con gli annunci senza brand, stimoli la curiosità. Poi, con gli annunci con brand, consolidi la fiducia.
Il risultato? Un funnel più robusto, contatti più numerosi e un circolo virtuoso tra notorietà e offerta, senza aumentare il budget.
In definitiva, questa strategia ibrida può rivoluzionare la tua generazione di lead. Non devi essere il prossimo Apple per sfruttarla. Anzi, a Apple non serve comunque, ma a te proprio perché non lo sei, questa strategia serve come il sangue.
Basta avere un po’ di creatività, voglia di sperimentare e attenzione alle metriche. Così trasformerai la combinazione tra brand e non-brand in un motore capace di generare lead di qualità, in modo costante ed efficace. Un bel passo avanti nel mondo del marketing a risposta diretta, non trovi?
Buon lavoro e buone conversioni.
PS: Ti servono clienti “buoni” subito?
Ti è mai capitato di sentirti demotivato perché nonostante i tuoi sforzi:
Le tue campagne di marketing non sono efficaci?
Il tasso di conversione del tuo sito web e delle tue landing è basso?
I potenziali clienti non capiscono cosa ti differenzia dalla concorrenza?
La competizione si fa sempre più agguerrita e ti senti costretto a ribassare i prezzi?
Offri un prodotto o servizio migliore, ma i clienti non sembrano accorgersene?
Se hai risposto sì ad almeno una di queste domande, io posso aiutarti.
Scrivi “Frank aiutami tu” cliccando QUI qui e fammi sapere di cosa hai bisogno.