Perché ho dedicato la mia vita a insegnare il Marketing a Risposta Diretta ai piccoli imprenditori e liberi professionisti
E perché dovrebbe interessarti molto di più di ciò che stai facendo in questo momento!
Ciao, sono Frank Merenda, forse vi ricorderete di me per bestseller come : "Il mistero delle landing page invisibili: se nessuno le vede, vendono comunque?", o "Marketing a risposta diretta dei nostri avi: ottimizza le tue vendite con i piccioni viaggiatori!".
Potrei dirvi che sono un imprenditore e divulgatore, ma in realtà sono qualcosa di più: sono una persona che ormai quindici anni fa ha deciso di combattere una battaglia.
Ho dedicato la mia vita a insegnare agli italiani il marketing a risposta diretta perché ho visto in prima persona come il marketing tradizionale non solo non funziona per le piccole aziende, ma finisce per distruggerle.
Mentre i creativi e le agenzie di marketing tradizionale vendevano alle PMI l'illusione della "brand awareness", delle campagne belle da vedere ma vuote, io ero lì, dalla parte degli imprenditori. Quelli che non potevano permettersi di fallire.
È stata una scelta controcorrente, quasi eroica. Sapevo che avrei ricevuto critiche, che sarei stato attaccato dai “grandi esperti di marketing tradizionale” che vendono "creatività" senza preoccuparsi di quanti soldi fatturano realmente le piccole imprese che li seguono.
E infatti, mi sono beccato anni di critiche, mi hanno lanciato addosso cartate di merda da ogni direzione. Perché? Perché stavo minando il loro business che gli portava il cibo in tavola anche se stavano solo facendo buttare soldi ai loro clienti. E la fame è brutta. E rende antipatici e riottosi.
Il marketing tradizionale per le PMI è un inganno. È costruito per le multinazionali, per chi ha soldi da buttare e può permettersi di lanciare campagne "di immagine" senza preoccuparsi di quanti clienti arrivano dalla porta. Ma per le piccole aziende italiane?
È la strada verso il fallimento. Ho visto troppe aziende naufragare in un mare di pubblicità vuota, belle campagne che non portavano clienti, mentre io ero lì a chiedermi:
"Ma se questi imprenditori avessero usato
il direct marketing, cosa sarebbe successo?"
Ho iniziato con una missione. Una battaglia per insegnare agli imprenditori italiani che non serve avere il budget di Coca-Cola o Apple o Mercedes per avere successo. Non serve imitare le strategie delle multinazionali, che tanto hanno canali distributivi capillari e brand già affermati.
Ho voluto mostrare loro che c'è un altro modo. Un modo che funziona per chi deve vendere subito, per chi non ha il tempo o i soldi per aspettare che il "brand" cresca magicamente da solo.
Il direct marketing è la risposta. È stato ignorato per troppo tempo, soprattutto in Italia, e con esso sono stati ignorati tutti quei piccoli imprenditori che ogni giorno si svegliano con la responsabilità di far funzionare un'azienda, senza il lusso di sbagliare.
Mi sono schierato con loro, ho preso il lato della verità e della misurabilità. E anche se ho dovuto resistere a chi mi diceva che ero controcorrente, che stavo sfidando l'industria del marketing tradizionale, sapevo che stavo combattendo per una causa giusta.
E come tutti i pionieri che aprono per primi la strada e giungono in territori inesplorati, mi sono anche preso tutte le frecce nella schiena mentre in molti hanno raccolto il frutto del mio lavoro dopo di me.
Non ho scelto il percorso più facile, ma l'ho scelto perché qualcuno doveva farlo. Qualcuno doveva dire agli imprenditori italiani che non sono obbligati a seguire il branco. Che possono ottenere risultati concreti, misurabili e tangibili, con una strategia che mette al centro le loro necessità, non quelle dei creativi.
Questa è la mia storia, la storia di un piccolo imprenditore che ha deciso di sfidare l'ovvio, che ha affrontato critiche e resistenze per portare una rivoluzione nel modo di fare marketing in Italia. E lo faccio ancora oggi, per gli imprenditori che, come me, vogliono vincere, non solo apparire.
Il Grande Salto: Perché le Attività Tradizionali Dovrebbero Abbandonare il Marketing Tradizionale in Favore del Direct Marketing
Un controsenso o una nuova speranza?
Questo titolo può sembrare un controsenso, vero? Ma se ti ha colpito perché infonde in te la speranza di fare progressi straordinari nella tua azienda, allora sei sulla strada giusta. Non perdiamo tempo: è essenziale chiarire alcune definizioni.
Con “attività tradizionali” intendo tutte quelle imprese che non si basano su pratiche di vendita per corrispondenza, vendita su catalogo o online con un invito diretto all'acquisto, cioè quelle attività che non hanno mai adottato il direct marketing in maniera “naturale”.
Mi riferisco a:
studi dentistici,
imprese di pulizia,
negozi fisici,
consulenti informatici,
agenti immobiliari,
centri estetici,
system integrator,
parrucchieri,
elettricisti,
personal trainer,
web agency,
centri di medicina estetica e chirurghi estetici,
architetti,
ristoratori,
studi di commercialisti,
baristi,
avvocati,
titolari di palestre e box crossfit,
gelatieri
aziende che producono macchinari industriali,
terzisti (per diventare indipendenti e non essere più a rischio)
ecc…
Questi imprenditori non si vedono come commercianti impegnati in campagne pubblicitarie a risposta diretta... almeno finché non vengono introdotti a questo metodo.
Perché il Direct Marketing Non è Apprezzato Dalle PMI Italiane?
In Italia, il direct marketing non è molto conosciuto, e quando lo è, spesso è visto con una certa diffidenza. Questo è dovuto principalmente a una serie di fattori culturali e storici legati a televendite kitsch e truffe che hanno condizionato la percezione del pubblico.
Molti ricordano figure come il Baffo da Crema, con le sue televendite di oggetti discutibili, o la vendita di presunti gioielli in "oro falso" da parte di personaggi come Sergio Baracco, resi ancora più famosi dalle parodie dei comici Fichi d'India con il tormentone "Amici AHRARARAAA!".
A questo si aggiungono le truffe di Wanna Marchi, che ha portato il concetto di "vendita diretta" ai minimi termini di credibilità.
Questi esempi hanno contribuito a creare nell’immaginario collettivo un’associazione tra il direct marketing e pratiche truffaldine, aggressive, o di cattivo gusto.
Anche personaggi come Giorgio Mastrota, con le sue vendite di materassi o pentole, seppur legittime, hanno contribuito a rafforzare l’idea che il direct marketing sia un "marketing urlato" e poco elegante, qualcosa che non si addice a chi cerca di promuovere un prodotto o servizio di qualità.
Oggi assistiamo al successo di figure che ricordano pericolosamente Wanna Marchi, i cosiddetti "Fuffaguru". Questi personaggi, sfruttando la potenza del direct marketing online, promettono facili guadagni, ricchezze improvvise, investimenti miracolosi, criptovalute con guadagni da sogno in una notte e scorciatoie per diventare ricchi in modo facile e veloce.
Le loro promesse, urlate e sguaiate sui social, nascondono in realtà truffe e schemi Ponzi.
Chi, in un momento di fragilità, si lascia abbindolare dalle illusioni di facile ricchezza propinate dai "Fuffaguru", rischia di subire danni finanziari devastanti. Questi manipolatori, esperti nel costruire un'immagine di successo, sanno come sfruttare le debolezze delle persone, spingendole verso investimenti fasulli e schemi piramidali.
Per questo, nei miei corsi ho scelto la "tolleranza zero". Non solo vieto l'accesso ai "Fuffaguru", ma seleziono accuratamente i partecipanti per garantire un ambiente di apprendimento serio e responsabile, libero da influenze negative.
La realtà è che a causa di tutti questi motivi, per molti imprenditori italiani, il direct marketing è ancora percepito come qualcosa di "sguaiato" e non in linea con un’immagine professionale.
L'Errore di Sottovalutare il Direct Marketing
Questo pregiudizio ha portato molti imprenditori a ignorare o sottovalutare il direct marketing, nonostante sia una delle strategie più potenti per le PMI.
È importante ricordare, però, che dietro molte di quelle campagne apparentemente "urlate" si nascondeva una strategia dirompente.
Mastrota, ad esempio, con le sue televendite per Eminflex, ha battuto un colosso come Permaflex, che fino ad allora era il leader indiscusso nel settore dei materassi, vendendo in modo tradizionale con pubblicità istituzionali e negozi fisici.
Mastrota o meglio Eminflex ha utilizzato il direct response per aggredire il mercato, conquistare clienti, e alla fine, Eminflex ha rilevato Permaflex.
Il vero errore commesso dalle PMI italiane è considerare il direct marketing come qualcosa di poco elegante o adatto solo a vendere prodotti di basso valore.
In realtà, come dimostrano i casi di successo, il direct marketing può essere altamente sofisticato e straordinariamente efficace. E ha la capacità di funzionare senza promesse urlate, stili sguaiati e offerte truffaldine.
Anzi, si presta ancora meglio nelle mani di marketer capaci a far risaltare l’eleganza, la professionalità e i valori tradizionali di un’azienda che crede in quei principi, lavorando con stile e nel modo giusto.
Solo alcuni degli Esempi di Successo nel Direct Marketing…
Se guardiamo all’estero, i successi del direct marketing sono innumerevoli. Amazon, il gigante dell’e-commerce, ha costruito il suo impero inizialmente con un modello di direct response. Il sito invitava direttamente i clienti a fare acquisti, senza negozi fisici, senza pubblicità tradizionale di immagine, ma con una strategia che spingeva all'azione immediata.
Anche aziende come Warby Parker e Untuckit® hanno usato il direct marketing per crescere, passando dalla vendita online diretta all’apertura di negozi fisici solo dopo aver conquistato il mercato.
Un altro esempio è la Guthy-Renker Corporation, che ha creato brand multimilionari come Proactiv® e Crépe Erase esclusivamente attraverso il direct marketing. Senza una rete distributiva fisica capillare, queste aziende hanno generato fiducia e vendite, utilizzando solo media come la televisione e l’online per raggiungere il pubblico e chiudere le vendite.
E come dimenticare le campagne di successo di marchi come MyPillow® o Balance of Nature®, che hanno invaso le TV con pubblicità dirette e ora dominano i loro rispettivi mercati.
Ma i casi sono realmente infiniti in ogni segmento e settore di mercato.
La Vera Opportunità per le PMI
Se guardiamo a questi esempi con attenzione, diventa chiaro che il direct marketing non è una strategia "da poveri" o una scelta di ripiego.
Al contrario, è una leva potentissima che permette alle PMI di competere in un mercato dominato da grandi brand, senza dover investire milioni in reti di distribuzione o in pubblicità di immagine.
Per le PMI italiane, superare la percezione negativa legata al direct marketing è fondamentale per sfruttare tutto il potenziale di questo approccio. La chiave è abbandonare i pregiudizi legati al passato e guardare al direct marketing come a una soluzione elegante, efficace e misurabile per crescere, conquistare clienti e generare vendite reali.
Perché il Direct Marketing è Fondamentale per le PMI
Nonostante l’efficacia del direct marketing, la maggior parte delle imprese locali continua a seguire modelli tradizionali, spesso copiando le strategie delle grandi multinazionali.
Questo approccio, però, è paragonabile a un coniglio che cerca di comportarsi come un leone. Le multinazionali hanno interessi che vanno ben oltre l’acquisizione di nuovi clienti, come soddisfare i consigli di amministrazione, gli azionisti e mantenere una buona immagine pubblica.
Per le piccole e medie imprese (PMI), invece, il focus è molto più concreto e immediato: vendere subito.
Ecco perché il direct marketing è una scelta vincente per le PMI. L’obiettivo non è solo costruire un brand, ma fare vendite reali, misurabili e dirette. Come disse un famoso marketer:
"Ogni euro investito deve generare un ritorno immediato di due o venti euro, altrimenti è uno spreco."
Statistiche a Favore del Direct Marketing
Secondo uno studio condotto dalla Direct Marketing Association (DMA), il ROI medio per ogni dollaro speso in direct marketing è di 12,57 dollari.
Al contrario, il marketing tradizionale spesso non fornisce nemmeno lontanamente un ritorno così abbondante ma soprattutto immediato e tracciabile.
Che male non fa ai flussi di cassa sempre sotto pressione delle PMI.
Uno studio condotto da McKinsey ha rilevato che il direct marketing basato su email personalizzate ha un tasso di conversione superiore del 50% rispetto alle campagne di marketing generiche.
Questo dimostra l’importanza di strategie mirate e misurabili, in particolare per le PMI che non possono permettersi di spendere denaro senza risultati immediati.
Il Marketing Tradizionale: Un Approccio Che Non Funziona per le PMI
Il marketing tradizionale, pur avendo una lunga storia, non è adatto alle PMI. Le grandi imprese spesso spendono ingenti somme in branding, sponsorizzazioni e pubblicità televisive per mantenere la loro presenza nei mercati di massa.
Tuttavia, questa strategia non funziona per chi ha necessità di vedere risultati immediati e tangibili. Le PMI, quindi, dovrebbero abbandonare queste pratiche in favore del direct marketing.
Spesso i proprietari di PMI ignorano questo semplice principio e continuano a imitare le grandi multinazionali, sprecando denaro in campagne pubblicitarie poco efficaci, e questo porta a risultati insoddisfacenti.
Molti imprenditori non sono nemmeno in grado di rispondere a domande fondamentali sul loro marketing, come da dove provengono i loro clienti, quali sono i costi di acquisizione, e quali annunci funzionano meglio. Questo li rende vulnerabili a cattivi investimenti, seguiti da frustrazioni e insuccessi.
Il "Marketing Incestuoso": Un Circolo Vizioso
Una delle ragioni per cui molte PMI si trovano in difficoltà è quello che definisco "Marketing Incestuoso". Quando un imprenditore avvia la sua attività, il primo impulso è quello di guardarsi intorno e imitare ciò che fanno i suoi concorrenti.
Questo crea un circolo chiuso, in cui tutti i membri si copiano a vicenda, e nessuno innova veramente. Nel tempo, tutti i partecipanti finiscono per peggiorare, rimanendo intrappolati in uno schema sterile e inefficace.
Il Vero Segreto del Direct Marketing: Un Vantaggio Sleale per le PMI
Quando si parla di direct marketing, spesso lo si associa erroneamente a una scelta obbligata per le piccole e medie imprese (PMI).
C'è chi lo considera una versione "minore" del marketing tradizionale, destinata a chi non ha i capitali per investire in costose campagne pubblicitarie o in strategie di brand awareness.
Ma questa è una visione riduttiva, che non coglie il vero potenziale del direct marketing. Il direct marketing non è una soluzione di ripiego per le PMI, ma un vantaggio strategico che le grandi aziende non possono sfruttare allo stesso modo.
E il segreto di questo vantaggio risiede in un fattore chiave: i canali distributivi.
Le Grandi Aziende e il Potere dei Canali Distributivi
Le grandi aziende godono di un'infrastruttura di canali distributivi che le PMI spesso possono solo sognare. Parliamo di:
Rivenditori multimarca che ospitano i loro prodotti;
Negozi monomarca dislocati nelle principali città del mondo;
Distribuzione sugli scaffali della GDO
Filiali in ogni provincia o regione;
Reti di rappresentanti che lavorano sul territorio, presidiando fisicamente il mercato;
E-commerce di fiducia, dove i consumatori sono disposti a comprare perché riconoscono il brand.
Contratti governativi e appalti pubblici
Per una grande azienda, questi canali rappresentano un accesso diretto e capillare al mercato.
Possono sfruttare le economie di scala e le relazioni consolidate con i distributori per fare in modo che i loro prodotti siano presenti ovunque, dai negozi fisici alle piattaforme online.
La notorietà del brand permette loro di investire in pubblicità di immagine, senza la necessità immediata di chiudere una vendita o generare una risposta diretta.
Le PMI e il Limite dei Canali Tradizionali
Per una PMI, la realtà è ben diversa. Non può permettersi di aprire negozi, saloni, centri, studi monomarca in ogni città, né di avere una rete di rappresentanti che copra capillarmente il territorio.
Ci sono moltissime persone disposte a raggiungere la tua sede se ve ne sono i motivi anche spostandosi di svariati chilometri, ma normalmente non verranno mai a sapere nemmeno che esisti se non tramite un fortuito e sporadico passaparola. La tua unica sede o “vetrina” è un limite enorme, perché in pochissimi di quelli che potrebbero essere realmente interessati “ci passano davanti”.
Inoltre, spesso le PMI non riescono a entrare nei grandi rivenditori o nei canali multimarca, perché questi preferiscono spingere i leader di settore o i prodotti più economici.
Anche l’e-commerce, per una piccola azienda sconosciuta, rappresenta una sfida: il consumatore medio preferisce acquistare da piattaforme conosciute e affidabili, piuttosto che da siti web di brand emergenti.
Per non parlare poi delle difficoltà di un piccolo produttore di entrare senza essere strozzato in GDO o di un libero professionista che addirittura se va bene si basa sul “passaparola” e non ha nemmeno una misera vetrina su strada.
Il Vero Segreto del Direct Marketing: Due Funzioni in Una
Ecco dove il direct marketing rivela il suo vero potenziale. Per una PMI, il direct marketing non è solo un modo per fare conoscere i propri prodotti o servizi, ma diventa esso stesso un canale distributivo.
In un mondo dove i grandi brand possono fare affidamento sui loro canali consolidati, il direct marketing offre alle PMI un’alternativa estremamente efficace, combinando marketing e distribuzione in una singola strategia.
Questo è il segreto che molti ignorano e che prima di me nessuno spiegava (credo ancora oggi, è la prima volta che ne scrivo pubblicamente e che ne parlo fuori dai miei corsi).
1. Il Direct Marketing è Marketing
In primo luogo, il direct marketing svolge il ruolo tradizionale del marketing: permette di far sapere al mondo che l’azienda esiste, quali prodotti o servizi offre e perché vale la pena sceglierli.
Attraverso messaggi personalizzati, campagne mirate e canali specifici (email, posta, telefono, social media), l’azienda riesce a raggiungere direttamente il suo pubblico di riferimento, spesso con un budget inferiore rispetto alla pubblicità tradizionale.
2. Il Direct Marketing è Canale Distributivo
In secondo luogo, e qui sta il vero vantaggio sleale, il direct marketing diventa esso stesso un canale di distribuzione. Non stiamo parlando solo di far conoscere il prodotto, ma di vendere direttamente al cliente finale o di fissare appuntamenti per far sì che il cliente venga da noi o che ci conceda di andare da lui.
Questo avviene attraverso una serie di strumenti:
Email marketing con link diretti per effettuare acquisti o prenotare appuntamenti;
Chat online e sistemi di messaggistica che convertono i visitatori in clienti attivi;
Video call o telefonate con un commerciale per finalizzare la vendita;
Inviti a showroom o sedi fisiche come saloni, studi, centri, ristoranti, negozi, dove il cliente può vivere l'esperienza del prodotto e del servizio.
Appuntamenti in sede o a casa del cliente, dove erogare una consulenza e/o mostrare il prodotto in azione
In pratica, il direct marketing è il vero segreto della crescita per una PMI o per un libero professionista. Trasforma un'azienda che potrebbe avere una presenza limitata sul territorio in un'azienda che può raggiungere potenzialmente chiunque, ovunque, senza dover aprire filiali o negozi fisici in ogni città.
Un Canale Distributivo che si Paga da Solo
Il vantaggio più grande è che, mentre le grandi aziende devono investire enormi capitali per presidiare ogni provincia o città con filiali, negozi o rappresentanti, il direct marketing si paga da solo.
Ogni euro investito in una campagna non solo genera visibilità, ma anche vendite dirette. In questo modo, l’azienda crea un flusso di entrate mentre costruisce la propria presenza sul mercato.
In Metodo Merenda®️ dato che proveniamo oltre che dalla scuola del marketing a risposta diretta anche e in primis dalla scuola del posizionamento di marca di Al Ries, diciamo: “Creare il Brand mentre lo vendiamo”. È un’accoppiata micidiale nonché la più efficace di tutte per una piccola o media realtà.
Inoltre, a differenza dei distributori tradizionali, che possono scegliere di non vendere i tuoi prodotti perché preferiscono spingere quelli dei leader di settore o le opzioni più economiche, il direct marketing ti dà il pieno controllo del tuo processo di vendita.
Non devi dipendere dalle scelte di terzi. Sei tu a dirigere la strategia, a determinare i messaggi, e a creare un percorso di acquisto che porta il cliente dritto da te.
Il Direct Marketing: La Soluzione per Superare i Limiti del Mercato
Il vero segreto del direct marketing è proprio questo: per una PMI, non è solo una scelta obbligata perché "non ci si può permettere altro".
È una soluzione strategica che consente di creare un canale distributivo versatile, senza dover investire in reti fisiche, rappresentanti o grandi piattaforme di e-commerce.
Offre l’opportunità di vendere direttamente ai clienti, risparmiando sui costi di intermediari e distributori, e creando un contatto diretto e proficuo con il consumatore.
Quando i distributori non vogliono i tuoi prodotti o non sanno venderli, quando il mercato preferisce i leader di settore o le soluzioni economiche, il direct marketing ti dà la possibilità di superare questi ostacoli, costruendo il tuo canale di vendita. E mentre lo fai, costruisci anche la tua notorietà e il tuo brand.
Il Direct Marketing NON è il "Marketing per i Poveri"
Come abbiamo detto prima, una delle convinzioni più sbagliate e diffuse sul direct marketing è che sia "il marketing dei poveri", una scelta limitata per chi non può permettersi campagne costose e creative come fanno le grandi aziende.
Questa è una visione riduttiva e completamente errata.
Anche se avessimo il budget di una multinazionale, investirlo in campagne istituzionali, creative, o di brand awareness sarebbe uno spreco totale. Perché?
Perché non saremmo comunque in grado di ottenere gli stessi risultati delle grandi aziende, per un motivo fondamentale che ho accennato sopra e ora approfondiamo: non abbiamo i loro canali distributivi.
Il Potere del Brand e dei Canali Distributivi delle Grandi Aziende
Prendiamo il caso di Coca-Cola. Questo brand non ha solo una visibilità globale, ma è anche onnipresente.
Coca-Cola è in ogni supermercato della grande distribuzione, in ogni bar, ristorante, pub, locale e persino nelle hall degli hotel. Non importa dove ti trovi, se vuoi una Coca-Cola, sai che la troverai.
Una campagna pubblicitaria che ricorda il brand a livello emozionale può anche non essere orientata alla risposta diretta, ma ha senso perché ti basta vedere un annuncio e, da quel momento in poi, sai che potrai comprare il prodotto ovunque, senza nemmeno dover pensare a dove trovarlo o se fidarti.
Coca-Cola è già conosciuta, affidabile e, soprattutto, disponibile ovunque. Nessun “venditore” deve superare delle obiezioni per venderla quando arriva con il suo furgoncino. E nessuno si sente dire al bar: “Non mi dia la Coca-Cola, mi dia La Fritz-Cola che costa meno!”
Lo stesso vale per Mercedes. O Apple, o McDonald’s o Nike o qualunque brand famoso al mondo che viene usato in maniera truffaldina dai pubblicitari per spingere il marketing istituzionale e creativo.
Mercedes come tutte le altre aziende citate ha concessionarie e rivenditori autorizzati in ogni città, una rete di vendita diretta per il nuovo, poi ha i multimarca dove trovi l’usato, per le km zero, rivenditori online, venditori che si occupano di importazione da Paesi stranieri ecc… il tutto distribuito capillarmente.
Quindi, anche se l’impatto di una campagna pubblicitaria non fosse immediatamente misurabile in vendite, funziona comunque: perché Mercedes è già un brand che le persone conoscono, di cui si fidano e che possono acquistare senza difficoltà in qualunque luogo. (Dovremmo discutere molto in realtà sul concetto di “funziona comunque” perché NON È VERO che funziona, ma lasciamo perdere in questo preciso momento)
La pubblicità per questi marchi serve a mantenere la loro presenza costante nella mente del cliente, ma è supportata da un'infrastruttura che noi NON abbiamo che permette a chiunque di accedere ai loro prodotti in modo semplice e immediato.
Il Problema delle PMI: La Mancanza di Canali Distributivi
Ora, parliamo di noi. Siamo una piccola azienda, con una singola sede o magari una vetrina modesta in una strada secondaria.
Non abbiamo negozi monomarca in ogni città, non siamo presenti nei supermercati o nei rivenditori multimarca.
Il nostro e-commerce, se esiste, è probabilmente poco conosciuto e non ispira la stessa fiducia dei grandi player online come Amazon o Zalando.
E allora cosa ce ne faremmo di una campagna pubblicitaria creativa, emozionale, o orientata solo alla diffusione del marchio?
1. La Pubblicità Creativa Senza un Brand Famoso è Inutile
Prima di tutto, una pubblicità creativa per un brand che non è già famoso, noto, ricercato e di cui ci si fida, è del tutto inutile.
Puoi fare lo spot più bello del mondo, ma se nessuno conosce il tuo brand e non c'è alcun motivo forte per cui le persone dovrebbero fidarsi di te rispetto ai concorrenti più grandi e famosi, il tuo spot sarà solo un fuoco di paglia.
Magari ricorderanno lo spot, ma dimenticheranno completamente il tuo brand. Come si dice: la pubblicità può essere così creativa che l'unica cosa che il pubblico ricorda è la creatività, non il prodotto o il marchio.
2. Anche Se Funzionasse, Dove Troverebbero il Tuo Prodotto?
Secondo problema: supponiamo pure che, per un miracolo, la tua campagna pubblicitaria creativa riesca a colpire il cliente e a farlo interessare a ciò che offri.
Il cliente ha capito chi sei, cosa fai e perché dovrebbe comprare da te invece che dai tuoi concorrenti più grandi, famosi o economici. Ma cosa succede subito dopo?
Il cliente si chiederà dove può trovarti. E qui casca l'asino. Non avendo la tua azienda la capillarità distributiva di una Coca-Cola o di una Mercedes, la tua visibilità svanisce nel nulla.
Anche se il cliente fosse interessato, senza un accesso immediato ai tuoi prodotti, l'effetto della pubblicità evapora in pochi secondi dalla sua testa.
Quando una grande azienda come Coca-Cola fa pubblicità, anche solo ricordare al pubblico che esiste e che il prodotto è buono ha un senso, perché il cliente sa esattamente dove andare a comprare.
Per noi non è così. Mannaggiasancrispino!
La mancanza di una rete distributiva ben strutturata rende una campagna basata solo sulla notorietà del brand e sulla creatività emozionante completamente inutile.
Non possiamo permetterci di investire soldi in qualcosa che, alla fine, non genera azioni concrete.
Il Direct Marketing: La Soluzione per le PMI che vogliono “spaccare”
Ecco perché per le PMI il direct marketing non è solo una scelta sensata, ma l'unica strada percorribile.
Perché il direct marketing non si limita a creare notorietà o a generare brand awareness: spinge immediatamente all'azione, portando il cliente a compiere un passo concreto, che sia acquistare online, prenotare una consulenza, accettarci da lui o fissare un appuntamento in sede da noi.
Non possiamo competere con le grandi aziende sui canali distributivi, ma possiamo bypassare questo limite grazie al direct marketing, che ci permette di:
Vendere direttamente al cliente senza dover dipendere da rivenditori o intermediari;
Generare fiducia immediata attraverso messaggi personalizzati e mirati;
Portare il cliente alla porta (virtuale o fisica) con offerte e call to action precise.
Conclusione: La Differenza tra Grandi Aziende e PMI
Le grandi aziende hanno il vantaggio di poter fare campagne pubblicitarie che servono a mantenere il brand nella mente del pubblico perché sanno che il loro prodotto è già ovunque.
Ma per le PMI, che non dispongono di un'infrastruttura distributiva così estesa, queste campagne sarebbero comunque solo soldi buttati. Fare una pubblicità creativa e non avere la possibilità di convertire subito quell'interesse in una vendita è inutile.
Il Direct Marketing non è la versione "sfigata" del marketing tradizionale. È una strategia che ci permette di vincere invece dove le grandi aziende non possono competere: farci trovare, farci conoscere e vendere direttamente al cliente senza bisogno di un'infrastruttura capillare e costosa.
Ecco perché, anche se avessimo i budget delle grandi aziende, non farebbe nessuna differenza per noi investire in pubblicità di immagine.
PS: Se senti dentro di te una forza irresistibile che ti spinge a saperne di più su come trasformare la tua azienda in una “macchina per il successo” grazie al direct marketing - e ti sei convinto che qualunque cosa tu faccia a parte essere una multinazionale (spoiler: non lo sei), tu debba per forza imparare il direct marketing - ho un “regalo” per te.
Clicca sull’immagine qui sotto:
Questo è il libro del mio maestro Dan Kennedy dal quale “tutto è iniziato” per me tanti anni fa in una sua vecchia edizione. È il libro che mi ha “fatto svoltare” definitivamente e intraprendere il percorso che porto avanti ancora oggi.
Questa è la versione del libro del 2024, aggiornata e rivista da Dan con tutte le novità che sono uscite negli ultimi anni fino a casi come quelli di poche settimane fa, i disastri di marketing di Bud Light, Disney ecc…
Ho comprato i diritti, l’ho affidato ai migliori traduttori e adattatori sulla piazza (niente lavoracci da quattro soldi con l’AI come si vedono in giro) e ora è disponibile.
Spero possa essere una luce per te come lo è stato per me anni fa, in questa lussuosa e cicciosa edizione aggiornata e rivista da Dan in persona.
Ti auguro il meglio.
O come direbbe Dan: “Dedicato a moltiplicare i tuoi profitti” 😉
PPS: Se sei arrivato fino a qua a leggere… sappi che anche tutto questo “enorme papiro” o “papiello” direbbero i miei amici di Napoli è in realtà una operazione di marketing a risposta diretta.
E contribuisce a rendermi un editore di libri sul business di estremo successo (non ci sono dati ufficiali ma a naso direi che siamo la casa editrice focalizzata sul business che vende più libri in assoluto) senza bisogno di passare dalle librerie.
E questa forse, è la lezione più importante di tutte 🙃 😉, come premio per te che sei arrivato a leggere davvero fino in fondo.
PPPS: Se oltre al libro hai bisogno di una mano per capire da dove iniziare a impostare il Direct Marketing scuola Metodo Merenda®️ per la tua attività, scrivimi due righe e parliamone. Clicca qui.
Stupendo 👏 senza parole
Sto lavorando e studiando come un matto pur di riuscire a fare marketing Merenda. Ormai è il mio unico obbiettivo
Grazie ❤️ ❤️ ❤️
"sappi che anche tutto questo “enorme papiro” o “papiello” direbbero i miei amici di Napoli è in realtà una operazione di marketing a risposta diretta."
Sappi che dopo qualche decina di righe stavo già aspettando la tua offerta.
Il problema è che cingalesi come me dovrebbero smettere di pensare di fare marketing da soli, studiando e studiando, ma dovrebbero affidarsi ad aziende come la tua, perché il tempo a disposizione per le "nanoimprese" è una variabile che non può non essere considerata.