Manuale: Come Vendere ai "Riccastri".
Per imprenditori, PMI e liberi professionisti alla conquista dei clienti che spendono (molto) di più
Attenzione: questo non è il solito manuale ingessato su come vendere con teorie “scolastiche”. Qui parliamo di altospendenti, quelli che quando aprono il portafoglio tu senti un coro di angeli cantare Hallelujah. Sì, proprio loro: i clienti che non si fanno problemi a spendere somme importanti se percepiscono valore, status o un’esperienza fuori dal comune.
Perché puntare su di loro? Semplice: come dice il mio insegnante Dan Kennedy, un business di successo deve “andare dove stanno i soldi”. E indovina un po’? I soldi spesso stanno nelle tasche degli altospendenti, gente disposta a pagare un premium per servizi esclusivi, comodità e prodotti di lusso.
Mentre la classe operaia e dei dipendenti di basso livello arranca, il segmento dei benestanti cresce a vista d’occhio (circa due terzi dei cambiamenti demografici sono persone che salgono di ceto economico). Morale della favola: se vuoi prosperare, segui i soldi.
Questo manuale ti guiderà attraverso:
la psicologia di queste creature mitologiche chiamate altospendenti (spoiler: sono umani anche loro, solo con limiti di carta di credito più alti)
dove scovarli e attirarli nel tuo radar, e
come vendergli efficacemente, sia che tu abbia un negozio sotto casa, uno studio professionale o un business digitale globale.
Pronto a scoprire come far spendere di più i tuoi clienti migliori senza sembrare un venditore di tappeti persiani? Bene, iniziamo questo viaggio nel mondo degli spendaccioni. Ricorda: non è questione di truffare o manipolare, ma di offrire così tanto valore (o fascino) che il cliente voglia per forza aprire il portafoglio. Come direbbe Jay Abraham, devi diventare il consigliere fidato e insostituibile del tuo cliente di alto livello.
Benvenuto nel mondo di chi vende ai ricchi: andiamo insieme a caccia di altospendenti! Ma prima di procedere non scordare di iscriverti alla newsletter!
1. Psicologia degli Altospendenti
Ogni altospendente ha la sua personalità. Non sono tutti uguali – anzi, esistono diverse “tribù” di ricchi, ognuna con motivazioni e comportamenti d’acquisto particolari. Capire queste sfumature è fondamentale: ti permette di adattare l’approccio di vendita e il marketing al tipo di cliente che hai di fronte. Ecco le tre grandi categorie di altospendenti sulle quali ci focalizziamo oggi (e come ragionano quando comprano):
Vecchia Ricchezza (Old Money)
Questa categoria rappresenta chi è nato nell’agio e nella ricchezza tramandata da generazioni. Immagina i nobili di un tempo o le famiglie industriali “di nome” – quelli che hanno palazzi intitolati ai bisnonni. La loro parola d’ordine? Tradizione. Gli old money tendono a: mantenere i soldi “in famiglia”, fare acquisti di beni durevoli (niente mode passeggere), e spendere secondo abitudini consolidate nel tempo.
Sono pianificatori e perfino frugali: avendo sempre avuto denaro, non sentono il bisogno di ostentarlo continuamente. Infatti, di solito spendono con cautela, assicurandosi di preservare il patrimonio e lo status familiare anche per la prossima generazione.
Niente spese pazze dell’ultimo minuto o colpi di testa da shopping compulsivo: preferiscono investire in un’istruzione d’élite per i figli, viaggi culturali, formazione specialistica – cose che mantengono alto il lignaggio.
Come si comportano negli acquisti? Gli old money valutano la qualità e la storia di un brand più del prezzo. Amano la discrezione: il lusso deve essere sottile, mai volgare o gridato. Un esempio classico: il signor Rossi di antica famiglia che gira con un orologio Patek Philippe ereditato dal nonno – per lui vale più la storia e la longevità dell’oggetto che l’ultimo modello luccicante.
In negozio, questo cliente apprezzerà un trattamento rispettoso e riservato, magari un venditore che conosce la storia del prodotto meglio dell’addetto stesso al museo. Se provi a vendergli qualcosa con tattiche da televendita urlata, scapperà a gambe levate.
Meglio puntare su argomentazioni di valore, artigianalità, tradizione e servizio impeccabile. E occhio a come parli: agli altospendenti tradizionali bisogna parlare con un linguaggio adeguato, niente slang giovanili o promesse esagerate – serve tatto e sostanza.
In breve, per conquistare un old money mostra pedigree: racconta la storia del tuo prodotto o servizio, enfatizza perché dura nel tempo e come magari tu stesso hai una tradizione alle spalle. Se riesci a far capire che sceglierti è “in linea con la loro storia di famiglia”, hai fatto bingo.
Nuova Ricchezza (New Money)
Passiamo ora a chi i soldi se li è guadagnati in prima generazione o li ha ereditati come rampollo al massimo di seconda. Un figlio di nuovi ricchi insomma.
Qui troviamo l’imprenditore tecnologico trentenne col suo primo miliardo, la star dello sport che firma contratti da capogiro, o il figlio di papà con la “fabbrichetta” ereditata dai genitori.
Ma anche a livello più terra terra, tutti coloro che per vari motivi in Italia con il frutto del loro lavoro (onesto spero, ma non sempre è così), possono effettuare acquisti che una famiglia con due stipendi medi non può fare. Non è che serva essere necessariamente multimilionario insomma.
La new money è spesso entusiasta di poter finalmente godere dei frutti del proprio successo – e vuole farlo vedere al mondo. I nuovi ricchi tendono infatti a spendere liberamente, considerano il denaro come “roba loro” (non eredità da proteggere) e amano tutto ciò che è appariscente e lussuoso.
Un’auto supercar fiammante, abiti firmati con loghi bene in vista, esperienze uniche da postare su Instagram: queste cose li attirano eccome. Inoltre amano fare networking, frequentare ambienti dove possono incontrare altri benestanti e far parte del “club” esclusivo.
Perché si comportano così? In parte perché se lo sono guadagnato: visto che loro hanno fatto i soldi, si sentono autorizzati a spenderli come vogliono. C’è anche l’idea (talvolta illusoria) che, continuando a lavorare sodo, potranno rifare i soldi spesi; dunque sono un po’ meno prudenti degli old money.
Sono, per così dire, in modalità “ora mi godo la vita”. Nel marketing questo si traduce in scelte più audaci: questo cliente reagirà bene a offerte che promettono esperienze esclusive, status sociale e novità mozzafiato. Ha un approccio più spender e meno conservativo.
Come acquistano? A differenza dei vecchi ricchi, qui l’ostentazione non è peccato, anzi è un linguaggio. Il new money magari arriva al tuo showroom in sneakers e t-shirt, ma vuole provare l’emozione più grande: l’auto più veloce, il gadget tecnologico più innovativo, l’hotel a 7 stelle con villa privata.
E vuole essere riconosciuto e coccolato per ciò che ha raggiunto.
Dunque, quando vendi a un nuovo ricco, preparati a fare scena: presentazioni d’effetto, magari un video emozionale, un test drive adrenalinico, un trattamento da VIP vero. Mostragli che il tuo prodotto/servizio è il status symbol che meritano per coronare il loro successo.
E ricordati che amano condividere: se offri un’esperienza così bella che ne vorranno parlare agli amici (o sui social), hai vinto. Un tocco di attenzione personale – dal brindisi con champagne quando firmano il contratto, alla foto commemorativa col CEO dell’azienda – può rafforzare enormemente la soddisfazione di questi clienti.
Aspiranti Ricchi (Wannabe)
Infine, ecco la categoria dei “quasi ricchi” o aspiranti altospendenti – quelli che tecnicamente non avrebbero un patrimonio enorme, ma amano vivere come se lo fossero.
Gli americani li chiamano HENRY, acronimo di High Earners, Not Rich Yet (redditi alti, ma non ancora ricchi). In pratica sono spesso professionisti con stipendi molto elevati o nuovi imprenditori che magari spendono più di quello che possono prelevandolo dalle casse aziendali che però, tolte tasse e spese di vita lussuosa, a fine mese non accumulano poi molto (o finiscono nei debiti, diciamola tutta e cruda com’è).
La maggior parte del loro reddito finisce in spese e consumi, più che in risparmi o investimenti. In altre parole, vivono un tenore di vita quasi da 1%, ma sacrificando la possibilità di costruire vero patrimonio a lungo termine.
Questa categoria comprende magari il giovane avvocato o il dirigente rampante o il tizio con un paio d’anni di partita iva che gli ha girato bene (forse nemmeno pagando tutti tutti gli F24 che doveva, ma tra affitto in centro, SUV ultimo modello, cene gourmet e vacanze costose ha sempre il conto in rosso a fine mese.
Sono i “ricchi che lavorano” (working rich li chiamano), dipendenti dal loro stipendio: se smettono di lavorare, il castello cade. Ma intanto, finché l’entrata c’è (o finché riescono a differire pagamenti di tasse, fornitori, TFR dei dipendenti ecc…), vogliono togliersi tutti gli sfizi possibili.
Come comprano? I wannabe sono forse i clienti più sensibili al fascino del brand. Per loro possedere un oggetto di lusso è quasi magicamente un pass per il club dei ricchi. Compreranno la borsa Louis Vuitton (magari il modello più “entry level”), l’orologio di marca (anche se a rate), lo smartphone di ultima generazione preordinato il giorno dell’uscita.
Cercano l’esperienza luxury, ma con un occhio al prezzo perché le risorse sono limitate rispetto ai veri ricchi. Spesso seguono influencer e trend, confrontano prezzi, aspettano i saldi per concedersi l’articolo firmato.
Dal punto di vista di chi vende, gli aspiranti ricchi sono una fetta di mercato alla quale guardare con grandissimo interesse: sono numerosi e desiderosi di “sentirsi ricchi”. Molti brand di lusso infatti li corteggiano proponendo linee accessibili (pensiamo ai profumi firmati, agli accessori più piccoli) proprio per intercettare chi non può permettersi la borsa da 5000€, ma magari quella da 500€ sì. O pensa alla Porsche Boxster o alla Cayman, alle classi A, B e C di Mercedes o alle serie 1, 2 e 3 di BMW ecc… nascono apposta per questo target.
Per conquistarli, devi giocare sul sogno. Vendere status a un prezzo abbordabile.
Offri piani di pagamento dilazionato, edizioni limitate “alla portata”, crea senso di esclusività anche in prodotti entry level (numero seriale, certificato, packaging lussuoso).
Fai in modo che si sentano speciali, parte di un’élite, anche se stanno spendendo “solo” qualche centinaio o migliaio di euro. Attenzione però: i wannabe possono essere volubili e tradirti per un piccolo sconto altrove, perché per loro ogni euro conta.
Però, se li fidelizzi costruendo aspirazione (magari con un programma fedeltà VIP che li faccia sentire importanti), potresti accompagnarli nel loro percorso di crescita economica. Oggi comprano la versione base, domani – chissà – potrebbero diventare essi stessi altospendenti veri e passare alla versione top di gamma.
In sintesi, conosci il tuo pubblico ricco: vecchi patrimoni, nuovi ricchi/self-made e aspiranti. Ognuno ha il suo “perché” quando acquista. La psicologia dell’altospendente è un mix di emozioni (orgoglio, status, sicurezza, gratificazione) e logica (valore, qualità, ritorno). Se riesci a parlare sia al cuore che alla testa di queste persone, sei già a metà dell’opera.
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2. Dove Trovarli
Hai identificato il tipo di altospendente che fa per te. Ottimo. Ora la domanda da un milione: dove si nascondono questi benedetti clienti facoltosi? Non basta appendere un cartello “Benvenuti ricchi” fuori dal negozio. Devi andare tu a stanarli nei loro habitat naturali, o almeno farti trovare nei posti (fisici o virtuali) che frequentano.
Gary Halbert ce lo ricorda con la sua famosa parabola: se vuoi avere successo con un chiosco di hamburger, più che la salsa segreta ti serve “una folla affamata”. Tradotto nel nostro contesto: se vuoi vendere a chi spende tanto, devi cercare i luoghi (o i canali) dove queste persone sono già predisposte a comprare ciò che offri. Andiamo quindi a vedere strategie e canali pratici per individuare e attrarre altospendenti:
- Frequentare i loro ambienti esclusivi: Inserisciti nei contesti dove i benestanti passano il tempo. Parliamo di eventi di beneficenza, aste d’arte, inaugurazioni di gallerie, tornei di golf o tennis, festival gourmet, e via dicendo.
Se hai un prodotto/servizio da offrire, valuta di sponsorizzare eventi frequentati da ricchi (es. un charity gala) o di partecipare attivamente. Anche fiere di settore premium possono andare: saloni nautici, fiere del lusso, convention esclusive. In quei contesti, puoi conoscere potenziali clienti altospendenti in un’atmosfera rilassata, mentre sorseggiano champagne.
Allo stesso modo, considera i club privati: circoli del golf, yacht club, Rotary, Lions, club automobilistici d’epoca. Non è che puoi presentarti e vendere sfacciatamente tra un tee shot e l’altro, ma entrare in quei circuiti ti dà visibilità e networking.
Magari il tuo prossimo cliente arriva perché l’hai conosciuto al torneo di golf aziendale o scambiando biglietti da visita a un cocktail party esclusivo.
- Stringere alleanze strategiche: Un trucco furbo è collaborare con chi ha già i ricchi come clienti. Se vendi orologi di lusso, fai amicizia con chi vende supercar o immobili di pregio. Se hai uno studio dentistico di altissimo livello, crea partnership con centri benessere esclusivi o hotel 5 stelle: vi scambierete referenze a vicenda.
Trovare partner i cui clienti sono anche il tuo target è una scorciatoia potente. Ad esempio, potresti affiliarti a un club di jet privati o a un’associazione di imprenditori facoltosi e offrire ai membri un vantaggio dedicato.
In cambio, tu ottieni accesso a una lista di potenziali altospendenti già selezionati. Anche accordi di co-marketing funzionano: il ristorante gourmet e la boutique di abbigliamento sartoriale di lusso possono unire le forze per organizzare una serata VIP, invitando ognuno i propri migliori clienti e facendoli conoscere all’altro brand. Così entrambi ampliate il portafoglio contatti high-end.
- Marketing mirato sui canali frequentati dai ricchi: Qui entra in gioco la pubblicità intelligente. Non sprecare budget a pioggia: concentrati nei luoghi (online e offline) dove è più probabile intercettare altospendenti.
Qualche idea: riviste e pubblicazioni di lusso (dal magazine di alta moda alle riviste di yachting o finanza), programmi TV seguiti da un pubblico abbiente (talk show economici, canali tematici su viaggi di lusso, ecc.), e naturalmente il mondo digitale.
Sui social network, ad esempio, puoi targettizzare per interessi e dati demografici: Facebook e Instagram ma anche Google nel circuito Display permettono di indirizzare annunci a persone con interessi in viaggi di lusso, auto sportive, gioielli, ecc.
LinkedIn può aiutare a raggiungere professionisti di alto livello (CEO, direttori, imprenditori) con annunci mirati. Anche Google Ads con keyword giuste (“vacanze di lusso Maldive private jet” – chi lo cerca probabilmente ha soldi da spendere) o mostrando i tuoi risultati su ricerche localizzate in zone benestanti.
Non dimentichiamo il potere degli algoritmi: puoi creare lookalike audience basate sui tuoi migliori clienti altospendenti, così da trovare persone simili. Insomma, la parola d’ordine è precisione: ogni euro di marketing deve lavorare sodo per portarti di fronte a chi ha alta capacità di spesa. Meglio un annuncio su una piattaforma di nicchia ma popolata da super-ricchi, che mille impression casuali sul pubblico generico.
- Costruire la tua autorità e presenza (personal branding): Gli altospendenti comprano soprattutto chi vende, non solo cosa vende. In altre parole, la reputazione e il tuo “status” contano tantissimo.
Come afferma Dan Kennedy nel suo famoso libro , se punti ai clienti facoltosi, “Chi sei” è più importante di “cosa fai”. Puoi trovare il suo manuale in italiano qui ==>
Quindi fatti un nome nel tuo settore. Diventa quell’esperto che tutti riconoscono. Ci sono diversi modi: pubblica contenuti di valore (articoli, guide, magari uno o più libri) che mostrino la tua competenza; cerca di apparire su media prestigiosi (una citazione su un quotidiano finanziario, un’intervista in radio o podcast seguiti da imprenditori); prendi la parola a convegni o conferenze di settore frequentate da un pubblico abbiente. Tutto questo costruisce la tua autorità.
E sai cosa succede? Che nel tempo (non ti aspettare miracoli dalla sera alla mattina come i boccaloni), saranno loro a cercare te. Un imprenditore altospendente preferisce rivolgersi al professionista di cui ha letto la rubrica sul Sole24Ore o che ha visto parlare a quella conferenza esclusiva, perché pensa “se è così rinomato, sarà il top, me lo posso permettere, lo voglio”.
Inoltre, cura la tua presenza online: un sito web funzionale, ben fatto, che trasudi qualità e professionalità (ricorda: prima di contattarti quasi sicuramente ti googleranno).
Sii onnipresente dove conta: se il tuo target è su LinkedIn, tu diventa attivo lì; se è su Instagram, pubblica contenuti aspirazionali lì; se legge una newsletter di settore, fatti invitare come guest writer. Insomma, fatti vedere dal tuo pubblico in tutti i posti giusti (come suggerisce lo stesso Dan Kennedy: “essere ovunque il tuo pubblico target guarda”.
- Approcci diretti e personalizzati: Un canale spesso sottovalutato oggi è il buon vecchio direct marketing offline. Proprio perché tutti puntano al digitale, nella buca delle lettere di un altospendente c’è meno concorrenza pubblicitaria – ed è più facile farsi notare.
Considera quindi campagne di mailing fisico mirate: ad esempio, spedire un invito cartaceo elegante (magari con calligrafia personalizzata) a una lista selezionata di potenziali clienti alto profilo, per invitarli a un evento privato o a provare il tuo servizio.
Oppure inviare una brochure raffinata o un piccolo omaggio significativo a clienti “top” potenziali, seguito da una telefonata di alto livello. Queste azioni, fatte con tatto e creatività, possono colpire nel segno.
Immagina di ricevere a casa un invito in pergamena per un test drive esclusivo di una nuova auto di lusso, valido solo su appuntamento personale: se sei il tipo di cliente giusto, potresti esserne lusingato.
Anche le comunicazioni dirette via email personalizzate (non le newsletter generiche, ma messaggi one-to-one studiati ad hoc) hanno il loro posto, purché siano ben scritte e pertinenti. L’idea è far sentire il potenziale cliente altospendente selezionato e corteggiato, non bombardato di spam.
- Sfruttare il passaparola “vip”: Infine, non dimentichiamo che i ricchi spesso si conoscono tra loro. I clienti altospendenti muovono in cerchie ristrette: club, quartieri esclusivi, community online chiuse. Se riesci a renderne felice uno, potresti avere la chiave per aprire un intero network di altri.
Chiedere referenze funziona, ma va fatto con stile. Puoi prevedere incentivi o programmi “presenta un amico” anche per clienti luxury, basta che il reward sia all’altezza (es. un regalo di lusso o un servizio aggiuntivo esclusivo per chi ti porta un nuovo cliente top).
Spesso però, più che l’incentivo, conta la reputazione: un altospendente soddisfatto parlerà volentieri di te nei suoi circoli se ha fiducia, a volte anche solo per il piacere di raccontare di aver scoperto “il migliore fornitore di X in circolazione”.
Assicurati quindi che l’esperienza che offri sia memorabile e condivisibile – così i tuoi clienti benestanti diventeranno i tuoi primi ambasciatori. In questo senso, tieni anche d’occhio le community online private (forum di investitori, gruppi social su hobby costosi come collezionismo, auto d’epoca, ecc.): intervenire lì dentro con tatto può farti conoscere da altri altospendenti attraverso raccomandazioni spontanee.
In breve, per trovare gli altospendenti devi pensare come un segugio di lusso: segui le tracce (dove spendono tempo e denaro già), fatti vedere nei posti giusti, fatti introdurre dalle persone giuste, e costruisci un’aura che attiri la loro attenzione.
Non esiste una bacchetta magica, ma mettendo in campo queste strategie aumenterai di molto le probabilità di trovarti, finalmente, di fronte al famigerato cliente col “portafoglio pesante” pronto ad ascoltarti.
3. Come Vendere agli Altospendenti
Arriviamo al dunque: hai il cliente altospendente davanti (o all’altro capo dello schermo), come chiudi la vendita e lo rendi entusiasta di spendere da te? Vendere a un altospendente non è come vendere a chi cerca l’offerta col coupon: qui devi alzare il livello del gioco. Significa curare ogni dettaglio dell’esperienza, usare le leve psicologiche giuste e saper impostare prezzi e offerte in modo intelligente. Vediamo le strategie chiave.
Offri un’esperienza esclusiva e un servizio impeccabile
La prima regola per vendere a chi ha grande capacità di spesa è farlo sentire speciale. Queste persone sono abituate bene: hotel di lusso, ristoranti stellati, servizi su misura. Se l’esperienza di acquisto che offri è mediocre o uguale a quella di massa, difficilmente apriranno il portafoglio.
Devi creare una customer experience memorabile. Cosa significa in pratica? Ad esempio: attenzione maniacale ai dettagli, cortesia estrema (senza diventare servili), personalizzazione.
Un aneddoto famoso: la catena Ritz-Carlton permette a ogni dipendente di spendere fino a 2000 dollari per risolvere un problema di un cliente sul momento. Questo perché un altospendente che soggiorna lì si aspetta che ogni suo problema venga risolto all’istante, costi quel che costi.
E quell’investimento sul servizio si ripaga in fedeltà e passaparola positivo. Non a caso è la stessa regola interna che hanno i miei collaboratori che si occupano di assistenza.
Nessuno di loro ti terrà in linea o ti rimanderà dicendoti che “deve sentire dalla direzione” se può rimandarti il manuale che ti è arrivato danneggiato, nè ti chiederà “prove di acquisto” o di rimandarci indietro i materiali danneggiati per ricevere quelli nuovi. La nostra regola è “fiducia sulla parola” e servizio cortese, rapido ed eccellente.
Nel tuo contesto, pensa a come puoi elevare il servizio oltre la norma: tempi di risposta fulminei, assistenza dedicata (magari un referente personale per ogni cliente top), piccoli comfort extra (un drink offerto durante una consulenza, un’area lounge riservata in negozio, un numero di telefono VIP senza attese).
Anche dopo la vendita, il follow-up è fondamentale: un big spender apprezzerà ad esempio una telefonata o email personalizzata per accertarsi che sia soddisfatto dell’acquisto, magari accompagnata da un omaggio di ringraziamento. Farli sentire apprezzati è vitale.
Regalare un pensiero calibrato sui gusti del cliente dopo una grossa transazione (esempio: un accessorio di lusso legato al prodotto principale, o un invito a un evento esclusivo) può lasciare un’impressione duratura. Queste coccole costruiscono rapporto e fiducia, predisponendo il cliente a comprare ancora.
Importante: mai farli sentire uno dei tanti. Se percepiscono di essere trattati come un numero, hai chiuso. Invece devono percepire di essere l’ospite d’onore. Ciò non vuol dire essere deferenti in modo insincero (nessuno vuole un venditore leccapiedi), ma far capire con i fatti che hai a cuore il loro beneficio.
Pensa al consulente finanziario che invece di proporre un pacchetto standard prepara un piano su misura per il patrimonio di quel cliente; oppure al venditore di auto di lusso che, sapendo che al cliente piace la musica, fa trovare l’impianto stereo dell’auto settato sulla sua playlist preferita durante il test drive.
Questi dettagli creano esperienze wow che gli altospendenti adorano – e spesso li convincono che tu offri qualcosa di più rispetto ai concorrenti.
Tecniche di vendita persuasiva ad alto livello
Quando si passa alle tattiche vere e proprie di vendita, ricorda che con i clienti facoltosi devi usare sia il cervello che il cuore. Ecco alcune leve persuasive efficaci:
- Storytelling e coinvolgimento emotivo: Non aver paura di raccontare storie attorno al tuo prodotto o servizio. Le storie vendono, anche ai piani alti. Un racconto ben costruito può trasmettere valore, esclusività e far immedesimare il cliente.
Ad esempio, il leggendario copywriter John Carlton riuscì a vendere un costoso corso di golf a benestanti appassionati con un annuncio intitolato
“L’incredibile segreto scoperto da un golfista con una gamba sola…”.
Un titolo bizzarro che fece colpo sull’ego e la curiosità dei golfisti: tutti volevano conoscere questo segreto, e molti tirarono fuori la carta di credito per un prodotto dal prezzo non indifferente. Morale: punta sull’emozione e la curiosità quando appropriato.
Racconta come il tuo prodotto è nato, quali risultati straordinari ha prodotto per altri clienti (magari narrando la “trasformazione” di un cliente da comune a di successo grazie a te), dipingi lo scenario lussuoso e i benefici esclusivi che il cliente vivrà acquistando.
- Autorità e prova sociale: Abbiamo già detto che devi essere autorevole ai loro occhi. Durante la vendita, sfrutta questa autorità: cita brevemente i tuoi successi, altri clienti illustri che hai servito (con discrezione, senza violare la privacy o sembrare spaccone), premi o riconoscimenti ottenuti.
Gli altospendenti spesso si fidano del principio “se altri top player si affidano a lui/lei, allora deve valere”. Se puoi mostrare testimonianze di altri clienti di alto profilo soddisfatti, fallo. E soprattutto, sfodera prove concrete a supporto di ogni affermazione.
I ricchi non comprano sulle chiacchiere: vogliono fatti. Dati, case study, risultati misurabili, demo funzionanti, qualunque cosa che renda credibile la tua promessa. Un gigante della pubblicità, John Caples, diceva che la pubblicità efficace è “una promessa credibile fatta al pubblico giusto”.
Quindi focus sulla credibilità: ogni volta che affermi che il tuo prodotto è “il migliore” o “garantisce X”, supportalo con qualcosa di tangibile (numeri, certificazioni, testimonial diretti). La fiducia è valuta pesante con questi clienti: guadagnala e vedrai che saranno molto più propensi a dire sì.
- Esclusività e rarità: Far percepire che ciò che offri non è per tutti ma solo per pochi eletti aumenta l’attrattiva per un altospendente (dopotutto, a chi non piace avere ciò che gli altri non possono?).
Se possibile, incorpora elementi di esclusività: edizioni limitate, posti limitati, liste d’attesa. Ad esempio, “accettiamo solo 10 nuovi clienti di consulenza questo trimestre” oppure “questa borsa in coccodrillo viene realizzata su ordinazione, ne produciamo solo 50 pezzi l’anno”.
Ovviamente deve essere vero, niente finte rarità. Ma se hai la possibilità di limitare l’offerta per davvero, fallo sapere. Il cliente benestante non vorrà perdersi l’occasione di ottenere quel bene esclusivo.
Un altro strumento psicologico è il velvet rope: farli passare attraverso un processo di qualificazione per accedere all’offerta. Ad esempio, il promotore finanziario che dice “non lavoro con tutti, devi candidarti per diventare mio cliente”. Paradossalmente, più metti paletti (genuini) e più aumenti il desiderio nei clienti top, perché percepiscono il tuo servizio come ambito e non facilmente disponibile.
È il contrario della vendita spicciola – è marketing da club privato.
- Urgenza (fine tuning): La leva dell’urgenza va usata con misura. I ricchi non amano essere pressati con “Scade tutto stasera a mezzanotte! Compra ora!”. Anzi, troppe urgenze artificiose possono insospettirli o infastilirli.
Meglio creare un senso di urgenza naturale legato all’esclusività: per esempio, una scadenza per prenotare un’esperienza prima che i posti finiscano, o il classico “dopo tale data il prezzo del nostro programma salirà” (se è vero) o dopo tale data questo bonus esclusivo non sarà più disponibile.
L’urgenza deve sembrare una conseguenza logica, non un trucchetto da televendita. Se hai fatto bene i passi precedenti (valore, esclusività, autorità), a volte basta una leggera spinta: “Le iscrizioni chiudono venerdì prossimo” detta al tono giusto, farà agire chi è davvero interessato senza lasciar scadere l’offerta nel dimenticatoio.
- Empatia e ascolto attivo: Sembra banale, ma con i clienti altospendenti spesso i venditori sbagliano proprio per eccesso di parlantina. Invece, ascolta. Fai domande astute per capire davvero cosa cerca, quali problemi vuole risolvere o che desiderio vuole togliersi.
Poi ricalca le sue parole nel presentare la soluzione, in modo che senta che lo hai compreso al 100%. Un altospendente è abituato a essere circondato da gente che annuisce a tutto quello che dice; distinguersi positivamente può voler dire essere l’unico che lo contraddice con rispetto se sta sbagliando scelta, oppure colui che individua un bisogno latente che nemmeno lui aveva espresso. Quella sincerità e capacità di lettura creeranno un legame più forte di qualsiasi script di vendita preconfezionato. Ricorda: stai costruendo una relazione, non chiudendo una transazione spot.
- Garanzie e zero rischi: Per quanto possano permettersi perdite, i ricchi odiano buttare i soldi in acquisti sbagliati. Dare solide garanzie di soddisfazione li rassicura che possono provare senza conseguenze negative. Offri la miglior garanzia possibile: “soddisfatto o rimborsato”, “prova gratuita 30 giorni senza impegno”, “garanzia a vita” – quello che ha senso nel tuo settore.
Addirittura puoi fare risk reversal totale: ad esempio, “Se non sei soddisfatto, ti rimborsiamo completamente e ti lasciamo comunque X in omaggio per il disturbo”. Questo tipo di sicurezza spesso elimina gli ultimi dubbi anche per un cliente facoltoso prudentissimo. Certo, devi poter mantenere ciò che prometti, ma se hai un servizio davvero valido, le richieste di rimborso saranno rare e intanto hai abbattuto una barriera mentale importante all’acquisto.
In sintesi, vendendo agli altospendenti devi saper mixare sapientemente persuasione razionale ed emozionale. Un po’ psicologo, un po’ consulente, un po’ narratore. Mostra la visione di ciò che possono ottenere (status, risultati, piacere), supportala con fatti concreti e rendi l’offerta esclusiva e sicura. Così avrai la loro attenzione e, si spera, il loro “sì”.
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Prezzo, posizionamento e offerte su misura
Parliamo di soldi – ironico vero? Vendere a chi ne ha tanti significa spesso dover aumentare i tuoi prezzi, non abbassarli. Sembra controintuitivo, ma è così.
Un cliente altospendente diffida dei prezzi stracciati: se qualcosa costa troppo poco, pensa automaticamente che non sia di livello. Tendono infatti ad associare prezzo alto a valore alto. Quindi, posizionati nella fascia premium del mercato.
Se vendi un servizio, crea un pacchetto “Platinum” super completo e mettilo a un prezzo significativo. Se vendi prodotti, non aver paura di lanciare una linea deluxe ben più costosa della media.
Chiaramente, il prezzo deve essere giustificato da qualità, servizio, brand – non stiamo parlando di truffare nessuno – ma non competere mai al ribasso. Dimentica la guerra dei prezzi: come recita un consiglio di marketing, se sei il più economico nel tuo settore, qualcuno prima o poi ti batterà; se sei il più caro, sei tu che detti le regole.
Per gli altospendenti, anzi, un prezzo alto è un punto fondamentale per l’acquisto: comunica implicitamente che offri qualcosa di superiore. Certo, il prezzo elevato deve venire accompagnato da un’esperienza all’altezza, altrimenti fiuteranno l’inganno.
Ma quando il valore percepito c’è, spesso preferiscono l’opzione più costosa perché vogliono “il meglio in assoluto”.
Hai presente quelle degustazioni di vini dove nessuno ordina il vino più economico sul menu? Ecco, molti clienti benestanti ragionano così in tanti ambiti. Sta a te quindi impostare il pricing in modo astuto: offrire magari tre opzioni (Basic, Premium, Elite) dove quella Elite è straordinaria e molto cara – non tutti la prenderanno, ma innalza lo status generale dell’offerta e fa sembrare la Premium di mezzo un “affare” a confronto.
Qualcuno opterà persino per la versione Elite perché vuole il top senza discussioni.
Un altro aspetto cruciale è plasmare le offerte su misura. Mentre la massa compra pacchetti standard, i ricchi adorano poter avere personalizzazioni. Se possibile, dai loro la possibilità di cucirsi addosso l’offerta.
Ad esempio, un tour operator di viaggi di lusso proporrà itinerari personalizzati al 100% secondo i gusti del cliente (e questo giustifica un prezzo altissimo rispetto a un pacchetto preconfezionato). Un venditore di abiti su misura proporrà tessuti esclusivi, dettagli personalizzati e magari l’opzione di ricamare le iniziali – tutto a un sovrapprezzo che il cliente paga volentieri per sentirsi unico.
Anche se vendi prodotti “pronti”, puoi offrire servizi aggiuntivi: estensioni di garanzia premium, installazione VIP a domicilio, sessioni di formazione individuali per usare quel macchinario avanzato che hai venduto, ecc. Offerte su misura = valore percepito maggiore.
Non dimenticare poi la trasparenza su ciò che li aspetta: i clienti altospendenti non hanno problemi a pagare, ma odiano sentirsi fregati. Quindi niente costi nascosti, politiche fumose o contratti capziosi. Anzi, illustra bene cosa è incluso e magari anche cosa non è incluso (così se vogliono tutto, sanno che c’è un extra da pagare).
Questa franchezza costruisce fiducia e disinnesca sul nascere eventuali obiezioni sul prezzo.
Infine, considera di creare un senso di comunità o appartenenza attorno al tuo brand per chi spende di più. Molti marchi di lusso hanno club esclusivi per i migliori clienti, con vantaggi riservati.
Ad esempio, Lamborghini organizza raduni ed eventi lifestyle per i suoi proprietari, creando un ambiente dove il cliente oltre al prodotto compra un appartenenza. Se il tuo business lo consente, pensa a un programma VIP: chi spende oltre X all’anno ottiene accesso a un club privato, eventi speciali, anteprime di nuovi prodotti, linea diretta col CEO, ecc.
Questo posizionamento farà percepire ancora di più il valore di spendere di più con te, perché non comprano solo un bene o servizio, ma entrano in un “circolo esclusivo”.
Trasformare un cliente da basso spendente a altospendente
Un ultimo tassello della strategia: non tutti i tuoi clienti altospendenti arriveranno da fuori col portafoglio gonfio. Alcuni magari ce li hai già in casa, ma spendono poco – per ora. Come fare a farli “salire di livello”? Questa è una vera arte, ma seguendo alcune linee guida puoi incrementare di molto il valore medio di spesa dei tuoi clienti attuali.
Jay Abraham (il genio del marketing strategico di cui mi pregio di essere allievo a porte chiuse da anni) insegna che ci sono solo tre modi per far crescere un business: 1) aumentare il numero di clienti, 2) aumentare la frequenza di acquisto, 3) aumentare il valore medio di ogni transazione.
In parole povere, per trasformare un cliente da basso spendente ad altospendente devi farlo comprare più spesso da te e fargli spendere di più ogni volta. E conviene provarci, perché acquisire un nuovo cliente può costare 5-7 volte più che mantenere e far crescere uno esistente.
Ecco alcune strategie pratiche:
- Upselling intelligente: quando un cliente acquista qualcosa di base, proponigli (con eleganza) un upgrade premium. Questo deve avvenire mostrando chiaramente il valore aggiunto. Ad esempio, sei un’estetista e il cliente ti compra un trattamento base? Offrigli un trattamento avanzato ad un prezzo alto ma che oggi come prima volta gli farai allo stesso prezzo di quello base come “omaggio di prova”, spiegando che avrà risultati molto più rapidi e personalizzati. Molte clienti vorranno fare l’upgrade al trattamento top e non rimanere sul quello “base”.
Oppure nel retail: il cliente compra una giacca di fascia media, il venditore può fargli provare anche quella top di gamma in cashmere fatto a mano – “solo per vedere la differenza”.
Molti clienti, provando il meglio, non vorranno tornare indietro. L’upsell funziona se fai percepire che il cliente merita il livello superiore e che c’è un gap di esperienza/beneficio notevole rispetto alla scelta base.
- Cross-selling di prodotti/servizi complementari di alta gamma: se un cliente ha comprato X da te e gli è piaciuto, è più aperto a comprare Y correlato. Qui puoi introdurre un articolo di fascia alta correlato.
Esempio: in uno studio dentistico, il paziente viene per la pulizia di routine (bassa spesa); il dentista, conoscendo l’interesse del paziente per l’estetica, propone un trattamento sbiancante al laser di ultima generazione, costo elevato ma gratis per la prima volta, mostrando magari delle foto “prima e dopo” di altri pazienti (prova sociale) e offrendogli uno sconto se prenota subito dopo la prossima pulizia + sbiancamento.
Oppure un e-commerce: cliente compra uno smartphone, proponi l’accessorio lusso (cuffie top di gamma, assicurazione premium) al checkout. L’idea è aumentare lo scontrino medio offrendo qualcosa che ha senso col primo acquisto ma che è di categoria top.
- Programmi fedeltà e membership esclusivi: per aumentare la frequenza di acquisto, puoi implementare un programma che incentivi i clienti a tornare e a spendere di più. Per il target altospendente, deve essere un loyalty program di alto livello, non la raccolta punti del supermercato.
Ad esempio, una carta membership VIP a pagamento annuale che dà diritto a servizi speciali (consegna gratuita e velocissima, anteprime riservate, concierge dedicato).
Loro pagano per entrare, tu incassi e in più li fidelizzi a usare sempre te per ottenere il massimo dal loro investimento nella membership. Oppure un programma che a certi tier di spesa regala benefit lussuosi: se spendi 10.000€ in un anno, ti invitiamo a un evento privato con esperti, o ti diamo un prodotto limited edition in regalo.
Queste cose spingono chi spende 5.000 a voler raggiungere il livello successivo per non perdersi il privilegio.
- Educazione e consulenza che svelano bisogni latenti: A volte un cliente spende poco perché non capisce quanta differenza farebbe il livello superiore. Se investi nel formarlo/informarlo, potresti aprirgli gli occhi. Organizza webinar, workshop o sessioni one-to-one dove illustri, senza fare (troppa) vendita diretta, quali risultati straordinari ottiene chi passa al servizio premium.
Ad esempio, un personal trainer potrebbe invitare i clienti base a un mini-seminario gratuito su “come gli atleti d’élite ottengono risultati in 3 mesi invece che 12”, seminario in cui ovviamente introdurrà il suo programma di coaching intensivo VIP.
Se fatto bene, molti che magari inizialmente pagavano per la palestra standard potrebbero decidere di investire molto di più per avere quel risultato accelerato. Insomma, mostra il gap tra dove sono e dove potrebbero essere, e posiziona la tua offerta top come il ponte per colmarlo.
- Trattamento stellare anche per piccoli clienti: Può sembrare strano, ma uno dei modi migliori per trasformare un “piccolo” in un “grande” cliente è trattarlo da grande anche quando è piccolo.
Se un cliente con acquisto modesto riceve un servizio e un’attenzione degni di un VIP, penserà “wow, qui anche se spendo poco mi trattano alla grande… chissà se faccio quell’acquisto importante cosa succede!”.
È più propenso a fidarsi e a investire di più la prossima volta, perché ha già avuto un assaggio del trattamento premium. Invece troppo spesso aziende e venditori snobbano chi spende poco – errore capitale. Ogni cliente va coltivato come potenzialmente milionario (a volte lo è davvero ma sta testando con un piccolo acquisto!).
Fai come quei ristoranti di lusso che offrono lo champagne di benvenuto anche al cliente alla sua prima visita con un menu degustazione base. È un investimento, certo, ma può dare grandissimi frutti.
Riassumendo, trasformare un basso spendente in altospendente è un processo graduale: lo guidi su una scala di valore. Pianificala proprio: qual è il prossimo livello sopra al suo acquisto attuale che potresti proporgli? E quello sopra ancora? Disegna la “customer journey” ideale dalla prima spesa piccola fino al top che puoi offrire.
Poi, con tatto e creatività, incoraggialo a salire quel prossimo gradino ogni volta. Se hai fatto bene tutto il resto – prodotto eccellente, servizio impeccabile, relazione di fiducia – molti clienti saranno felici di spendere sempre di più con te, perché ottengono sempre di più valore e soddisfazione. E tu avrai realizzato la magia: creare altospendenti invece di aspettare che bussino da soli alla tua porta.
Ti avevo promesso un manuale concreto su come conquistare gli altospendenti, e ora hai in mano (o sullo schermo) una guida ricca di spunti pratici, esempi e strategie testate da anni di lavoro pionieristico da parte delle mie aziende e dei miei studenti nel campo del marketing a risposta diretta orientato ai "riccastri”. Adesso tocca a te applicarli al tuo business. Ricorda: i clienti che spendono di più sono là fuori, aspettano solo l’offerta giusta e l’approccio giusto. Armato/a di questo manuale, hai un vantaggio competitivo notevole.
Metti in pratica, sperimenta e affina le tecniche che hai imparato qui. Presto vedrai quei famosi “angeli cantare” ogni volta che un altospendente deciderà di scegliere te – e non la concorrenza – per spendere i suoi (meritati) soldi. Buone vendite ai piani alti e non scordare di iscriverti alla newsletter!
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