Fare Tutto Bene e Non Vedere Risultati: Ecco Cosa "i Guru" Non Ti Raccontano
Quando Ti Impegni al Massimo e Nulla Cambia: La Dura Verità che Nessuno Ti Dice
In un mondo che sembra impazzito dietro l’ultima moda, l’ennesima “soluzione definitiva” per migliorare vendite, marketing o gestione aziendale, c’è una verità che solo gli imprenditori più saggi conoscono: non c’è poi molto da migliorare, perché semplicemente non si può fare molto di più. E ammettiamolo, perché mai dovremmo sforzarci di fare altro, cose perlomeno fantasiose, quando tutto è già così chiaramente fuori dal nostro controllo?
Perché sprecare energie e risorse per rincorrere soluzioni che promettono mari e monti, quando sappiamo benissimo che il problema non siamo noi? Se il mercato non gira, non gira. Punto. Puoi anche inventarti tutte le strategie che vuoi, ma la verità è una sola: se i soldi non ci sono, non ci sono. E non sarai certo tu, con i tuoi sforzi, a cambiarlo.
Il Successo? Solo Fortuna, Raccomandazioni o Giochi Sporchi
Se c’è una cosa che ogni vero imprenditore sa nel profondo del cuore, è che il successo non si costruisce ma si eredita, si “vince” o si compra.
Tutti quei discorsi sull’impegno, sulla perseveranza, sull’innovazione? Fumo negli occhi. Perché chi davvero ce la fa, chi riesce a emergere, non lo fa per merito. È tutto un gioco di fortuna, raccomandazioni, soldi già in tasca o trucchi poco puliti.
Il successo è riservato a chi è già nato ricco
Parliamoci chiaro: se non hai i soldi, non puoi farcela. E non stiamo parlando di qualche spicciolo da investire. Serve un capitale serio, quello che puoi avere solo se sei nato nella famiglia giusta.
Tutte queste storie di self-made man sono favole per illudere chi lavora sodo. La realtà è che chi è riuscito a farcela aveva già le risorse per partire. Magari ha ereditato l’azienda di famiglia, magari ha ricevuto una bella spinta dai genitori o, perché no, un finanziamento da amici potenti.
E se non hai la fortuna di nascere nella famiglia giusta? Be’, allora puoi sforzarti quanto vuoi, ma parti già con uno svantaggio insormontabile.
Raccomandazioni e amicizie fanno la differenza
Chi ha mai visto qualcuno arrivare in alto senza qualche spintarella? Le connessioni sono tutto. Se conosci le persone giuste, puoi ottenere contratti, commesse, appalti e finanziamenti che a chiunque altro sarebbero negati.
E non importa quanto tu sia bravo o quanto sia valido il tuo prodotto: senza i contatti giusti, sei fuori dai giochi.
Quindi, a che serve sforzarsi? Se non sei già nel “giro giusto”, puoi fare tutte le campagne marketing e i piani di vendita che vuoi, ma non otterrai mai le stesse opportunità di chi ha il numero del “grande capo” in rubrica.
È vero, ce la fa anche chi non è nato ricco ma gioca sporco
E poi c’è chi il successo lo ottiene non rispettando le regole. Quante aziende vincono abbassando i prezzi in modo insostenibile, magari sfruttando manodopera a basso costo o evitando di pagare le tasse come si deve?
Il dumping salariale è una realtà, e non solo dei cinesi: chiunque voglia competere con margini ridicoli deve scendere a compromessi che vanno ben oltre l’etica.
E poi c’è il riciclaggio. Quante volte hai visto attività improbabili crescere a dismisura, con flussi di denaro che sembrano spuntare dal nulla? Chi opera nella legalità parte già svantaggiato. E non è questione di impegno: è questione di regole diverse per persone diverse.
La fortuna è l’unico fattore che conta
Infine, c’è la variabile più imprevedibile di tutte: la fortuna. Puoi essere il miglior imprenditore del mondo, avere il prodotto perfetto e la strategia più brillante, ma se non hai un colpo di fortuna, non andrai da nessuna parte. E la fortuna non si insegna, non si pianifica e, soprattutto, non si controlla.
Ci sono quelli che, per puro caso, incontrano la persona giusta al momento giusto. Quelli che, senza alcun merito, si trovano al centro di un’opportunità unica. E ci sei tu, che lavori dieci ore al giorno, ma non hai mai quell’occasione che cambia tutto.
È già tutto scritto, e non in tuo favore
Alla fine, la verità è una sola: il successo non si conquista, si riceve. Se non sei nato nella famiglia giusta, non hai le connessioni giuste o non sei disposto a giocare sporco, parti già sconfitto.
Puoi sforzarti quanto vuoi, ma il sistema non è progettato per chi lavora onestamente e parte da zero.
Quindi, perché dannarti l’anima? Tanto, in un modo o nell’altro, se non hai fortuna o raccomandazioni, è tutto inutile.
Il Marketing? Tutto Fumo e Niente Arrosto
Parliamo del marketing, per esempio. Quante volte ci sentiamo dire che dovremmo investire in campagne di marketing, studiare il nostro target, magari fare corsi di aggiornamento o addirittura cambiare completamente il nostro posizionamento?
Ma dai, siamo seri. Se il marketing fosse davvero così potente, non sarebbero tutti già ricchi quelli che lo praticano? E come mai invece sono ricchi solo i figli dei ricchi e i disonesti?
Un imprenditore con un po’ di buon senso sa che se non sei nato ricco, il passaparola è l’unica forma di pubblicità che conta davvero. Se i clienti parlano bene di te, arriveranno.
Se non lo fanno, cosa pensi di poter fare, obbligarli? Puntargli un fucile alla tempia?
Probabilmente sono persone che non sanno riconoscere il valore del tuo prodotto o servizio. E perché mai dovresti sforzarti di convincerli con qualche “trucchetto di marketing”? Con tutte le cose che ci sono da fare ogni giorno non hai mica tempo da perdere.
E poi, diciamocelo, queste nuova moda delle campagne a risposta diretta suona un po’ come una presa in giro. Fai uno sconto, mandi qualche email e poi? Se il cliente non compra, non è perché la tua strategia è sbagliata.
È perché non ha soldi, o perché, diciamolo, probabilmente non gli serve davvero. La colpa non è tua, è del mercato e della crisi, degli stipendi stagnanti da anni. Non è che se fai marketing i soldi improvvisamente si materializzano nelle tasche dei clienti eh? Di che parliamo?
Ma poi cosa sono tutte ste fregnacce sulle offerte irrifiutabili, campagne a risposta diretta ecc? Non facevo prima a guardarmi i volantini del sottocosto Expert e Trony e copiare gratis da loro?
Eddai su, chi volete fregare?
Posizionamento e Focalizzazione: Ma Siamo Seri?
E vogliamo parlare del posizionamento? Ma davvero qualcuno crede che limitarsi a un solo prodotto o a un solo messaggio possa fare la differenza? Chi si occupa di queste cose, tipo quei due, Al Ries e Jack Trout, vive evidentemente su un altro pianeta.
Nel mondo reale, un imprenditore deve vendere tutto a tutti. Punto. Perché perdere clienti solo per inseguire questa assurdità della focalizzazione? Al massimo se proprio vuoi fare un brand, fai un bel “brand ombrello” e ci metti sotto tutto quello che ha a che fare con te. Così i clienti sapranno che quel nome vuole dire “fiducia”, come faceva Galbani nelle sue note e bellissime pubblicità.
Se hai un negozio poi, vendi quello che puoi. Ma che brand e posizionamento di sto kaizen? Se hai un servizio, lo offri a chiunque lo chieda. Che gli dici? A te no perché sei biondo? O peggio “No qui gli scuretti come te non li serviamo”? Così vai pure in galera? Vuoi fare la fine di quel gestore di AirBnB che è finito su tutti i giornali perché “Lui non affittava agli ebrei”? Dai facciamo i seri.
Questa idea che bisogna differenziarsi e restringere il campo è una fantasia per quelli che hanno tempo e soldi da sprecare. Noi che lavoriamo sul serio sappiamo che la vera chiave è adattarsi, fare di tutto per sopravvivere, non chiudersi in inutili strategie teoriche.
I Corsi di Marketing: Un Investimento per Chi Non Ha Nulla da Fare
E poi ci sono loro, i corsi di marketing. Questi eventi costosi dove qualche "esperto" ti spiega come dovresti fare il tuo lavoro. Ma scusa, chi conosce meglio la tua azienda di te? Non sono certo due slide colorate e quattro concetti altisonanti a cambiare le cose.
E poi, se funzionassero davvero, sti “formatori” non perderebbero tempo a riempire le sale no? Sarebbero loro a gestire multinazionali! Perché non li chiamano se sono così bravi?
Frequentare un corso per imparare a vendere meglio o a farti conoscere è un lusso per chi non ha problemi reali da affrontare. Noi, invece, sappiamo che la vera vita aziendale è fatta di problemi quotidiani, non di teorie. E diciamolo chiaramente: se il marketing fosse così importante, ne parlerebbero almeno al telegiornale ogni tanto per farlo sapere no?
Cos’è? Ricordano agli anziani che d’estate durante le ore più calde non devono uscire e bere molto ma non hanno tempo per dire due minuti al telegiornale in qualche rubrica dedicata che è importante se hai una partita iva fare sto marketing? Cos’è? Sono complottisti al telegiornale? Bere molto d’estate sì ma marketing no? Qualcosa non torna mi sembra…
La Verità è Semplice: Se Non hai le Carte giuste Non Si Può Fare Nulla
Alla fine, chi ha ancora voglia di inseguire queste chimere del cambiamento non ha capito una cosa fondamentale: la realtà è questa, e non si può cambiare. Non è colpa tua e non è nemmeno colpa dei clienti a dire il vero. È il sistema che è fatto così. Noi non possiamo farci niente, e chi ti dice il contrario vuole solo i tuoi soldi.
Se i clienti potessero, comprerebbero. A chi non piace comprare? Ma se non hanno soldi come fanno? Se uno si potesse comprare una Ferrari non lo farebbe?
Compra la Panda perché può permettersi solo quella, mica perché la Ferrari non fa bene il marketing o non è ben “posizionata”. Sbaglio io?
Quindi, perché sforzarsi? Perché, in fondo, lo sappiamo tutti: se il mercato non gira, tanto è tutto inutile. Il resto sono chiacchiere da imbonitore che le porta via il vento.
Le Vendite si Fanno da Sole: La Saggezza dell’Imprenditore Realista
Quando si parla di vendite, non c’è nulla di più chiaro e intuitivo: se il prodotto è buono, si vende da solo. Punto. Non serve complicarsi la vita con tecniche moderne, corsi motivazionali per venditori o strategie che promettono di far "esplodere" le conversioni. Se la gente non compra, è ovvio che non è colpa tua. E, a dirla tutta, non c’è poi molto che tu possa fare per cambiarlo.
I clienti guardano solo il prezzo. Perché se potessero comprare qualcosa di meglio e più caro lo farebbero no?
Chiunque abbia mai provato a vendere qualcosa sa che il vero problema è uno solo: il prezzo. Puoi anche avere il miglior prodotto sul mercato, ma se il cliente pensa che costi troppo, non lo comprerà.
E non c’è tecnica, formazione o strategia che tenga. Perché la gente riempie e si affolla nei discount e le boutique sono quasi sempre vuote? Vogliamo raccontarci la favola dell’orso?
Quindi perché perdere tempo e denaro a insegnare ai tuoi venditori come vendere meglio un prodotto? Non servirà a niente. Chi li ha formati i venditori dell’Eurospin? E di Aldi? Nessuno, te lo dico io chi. Alla fine, il cliente farà sempre la stessa domanda: "Me lo fai a meno?"
E se non lo fai, si rivolgerà altrove, magari a qualcuno che vende un prodotto peggiore del tuo, ma a un prezzo più basso. Quindi, a che serve sforzarsi di migliorare le capacità di vendita, se la decisione finale dipende solo dal costo? È il mercato, bellezza. Piuttosto, se puoi, cerca di abbassare i prezzi per rimanere nel mercato. Il resto è fuffa.
Venditori si nasce, non si diventa
Formare i venditori? Ridicolo. O uno sa vendere, o non lo sa. Punto. Non è che puoi insegnare a qualcuno come parlare, come convincere un cliente o come presentare un prodotto. "Hai un catalogo, spieghi quello che c’è dentro, e fine." Che bisogno c’è di corsi, manuali o strategie?
Ti devo insegnare a parlare? Io? O devo pagare un guru della vendita per insegnarti a dire cosa vendi? Non te l’ha insegnato la mamma e poi la maestra? Cosa ti devo spiegare? Ti devo insegnare a mettere quattro parole in fila in italiano? A dire come è fatto un prodotto che vendi? Sul serio?
E poi, diciamolo chiaramente, un buon venditore è uno che già sa come muoversi. Se ha bisogno di essere formato, forse non è tagliato per il mestiere. Perché mai dovresti investire tempo e denaro per insegnare a qualcuno ciò che dovrebbe già sapere? Il talento non si insegna.
Se la gente non compra, non è colpa tua
Facciamo un esempio pratico. Hai un prodotto eccellente, a un prezzo competitivo, e i tuoi venditori lo presentano esattamente come indicato nel catalogo. Eppure, il cliente non compra. Di chi è la colpa? Non certo tua.
È evidente che il cliente non ha capito il valore di ciò che stai offrendo, o che semplicemente non ha soldi o al massimo che il tizio che hai messo a venderlo non è tagliato.
Ed è inutile provare a convincere i clienti. Se il cliente vuole comprare, compra. Quando mai a te qualcuno ti ha dovuto convincere di qualcosa? A me mai nessuno.
Volevo quell’auto e l’ho comprata. Volevo andare in quel ristorante e ho prenotato. Volevo l’iPhone nuovo e l’ho ordinato! Ma chi mi ha mai convinto di fare qualcosa? Nessuno se ci penso. E a te?
Se un cliente non vuole comprare, non lo farà mai, anche se mandi il miglior venditore del mondo. Quindi, perché sforzarti di cambiare qualcosa che non puoi controllare?
Le vecchie metodologie funzionano ancora sai?
Tutte queste nuove tecniche di vendita, queste strategie innovative, non sono altro che mode passeggere. Alla fine, le cose che funzionavano ieri funzionano ancora oggi. Un buon prodotto, un catalogo chiaro e un sorriso sincero. Questo è tutto ciò che serve.
Non hai bisogno di CRM avanzati, tecniche di chiusura o approcci personalizzati per ogni cliente. Queste cose complicano solo la vita, senza garantire risultati concreti. Se qualcosa ha funzionato per anni, perché mai dovresti cambiarlo? Non si aggiusta ciò che non è rotto.
Quando l’Italia è diventata grande, la sesta economia del mondo, avevamo tutte queste diavolerie? Avevamo questi CRM? Avevamo questo “posizionamento” o vendevamo quello che serviva?
E sti guru delle vendite dove erano quando vendevamo tonnellate di merci italiane in tutto il mondo a gesti e con dialetto misto a quattro parole di francese maccheronico?
La gente compra se vuole comprare
La verità è semplice e inconfutabile: le vendite si fanno da sole. Non importa quanto ti sforzi, quanto formi i tuoi venditori o quanto innovi la tua strategia. Alla fine, tutto dipende dal buon prodotto, dal prezzo concorrenziale, dal cliente e dal mercato. E se queste cose non le hai o non girano, non c’è niente da fare.
Quindi, rilassati. Lascia che il prodotto parli per sé, che i clienti decidano da soli e che le cose seguano il loro corso naturale. Perché, alla fine, se la gente non compra, tanto è tutto inutile.
La Gestione Finanziaria è fuffa per grandi multinazionali.
Quando si parla di gestione finanziaria, c’è una verità che ogni imprenditore che si rispetti conosce nel profondo: se i soldi ci sono in cassa, va tutto bene. E se non ci sono e io non me li sono rubati o giocati al casinò o a donnacce, mi pare OVVIO che la colpa sia di qualcun altro.
Bilanci, previsioni, analisi dei costi? Tutte cose che esistono solo per complicarti la vita. A che serve pianificare, quando lo Stato e le tasse fanno di tutto per toglierti ogni possibilità di crescere?
Se lo Stato ti toglie tutto, che pianifichi a fare?
Parliamoci chiaro: le tasse ti ammazzano. Non importa quanto tu sia bravo, quanto risparmi o quanto cerchi di ottimizzare i costi. Alla fine, tutto ciò che guadagni finisce nelle mani dello Stato. F24, IVA, contributi INPS: un labirinto senza uscita che prosciuga le tue risorse.
E allora, perché perdere tempo con previsioni finanziarie o con l’illusione di poter gestire meglio le cose? Non dipende da te. Puoi anche fare i salti mortali, ma il risultato non cambia: alla fine del mese, ti resta poco o niente.
I soldi in cassa sono l’unico vero indicatore
Tutti questi discorsi su bilanci, analisi di margini e cash flow sono solo un’astrazione. La realtà è molto più semplice: se ci sono soldi in cassa, significa che stai lavorando bene. Se non ci sono, il problema non è certo tuo. Magari i clienti pagano in ritardo, o i fornitori sono troppo cari, o semplicemente le cose non girano come dovrebbero. Ma non è certo una tabella Excel a risolvere questi problemi.
E poi, diciamolo: chi ha davvero tempo per mettersi a fare analisi finanziarie? Un imprenditore lavora, non sta seduto a fare i conti. Quelle sono cose per i commercialisti, che tanto paghi già per occuparsene.
Navigare a vista è il segreto del successo
Qualcuno ti dirà che pianificare è essenziale, che devi sapere dove stai andando e come intendi arrivarci. Ma chi ha bisogno di tutta questa teoria? La vera vita imprenditoriale è fatta di decisioni prese sul momento. Si naviga a vista, adattandosi alle circostanze. Prevedere i costi futuri o ipotizzare scenari a lungo termine è inutile, perché tutto cambia continuamente.
Se hai una scadenza e non puoi pagarla, trovi una soluzione sul momento. Se un cliente ritarda un pagamento, aspetti e incroci le dita. Questo è il vero spirito dell’imprenditore: non perdersi in inutili dettagli, ma concentrarsi sull’azione. Il resto sono chiacchiere.
Risparmiare? Tanto non serve
Un altro mantra della gestione finanziaria è quello di risparmiare. Tagliare i costi, ottimizzare le risorse, eliminare gli sprechi. Ma a che serve? Risparmi oggi e domani arriva un’imposta imprevista che ti toglie tutto. Oppure un cliente importante salta un pagamento, e tutto il tuo piano va a rotoli. È una lotta contro i mulini a vento.
E poi, diciamolo, risparmiare significa spesso rinunciare a cose importanti. Se devi fare un investimento, lo fai e basta. Aspettare che i numeri dicano "sì" è solo un modo per perdere tempo e opportunità.
Se le cose non vanno, il 99% della colpa è del mercato e delle tasse impossibili
Alla fine, tutto si riduce a una grande verità: se le cose non vanno, è colpa del mercato, non tua. E dello Stato che ti prosciuga. Non sono i bilanci a cambiare questa realtà. La crisi economica, la concorrenza sleale, i clienti che non pagano: queste sono le vere cause dei problemi finanziari. E nessun piano di gestione potrà mai fare la differenza.
Conclusione: Meglio non complicarsi la vita
La gestione finanziaria è un lusso per chi ha tempo e risorse da sprecare. Gli imprenditori veri sanno che la realtà è semplice: se i soldi ci sono in cassa, tutto va bene. Se non ci sono, la colpa è di qualcun altro. Pianificare, prevedere e analizzare sono solo modi per farsi venire il mal di testa. Meglio navigare a vista, adattandosi giorno per giorno e prendendo decisioni al volo.
Perché, alla fine, se lo Stato ti toglie tutto, tanto è tutto inutile.
I Collaboratori? Un Problema Irrisolvibile: Meglio Non Averne Proprio
Ogni imprenditore con un minimo di esperienza lo sa: la gestione dei collaboratori è il più grande incubo che possa capitarti. Non solo la gente non ha voglia di lavorare, ma anche quando trovi qualcuno che sembra valido, ti accorgi presto che, se le cose vanno male, non puoi nemmeno liberartene.
Tra sindacati, cause di lavoro e leggi che sembrano fatte apposta per proteggere chi non fa il proprio dovere, assumere qualcuno in Italia significa mettersi nei guai da solo. Meglio pensarci due, tre, dieci volte prima di farlo.
Se lo assumi, poi non puoi più liberartene
Il problema non è solo che “la gente non ha voglia di lavorare.” Il vero dramma arriva quando ti accorgi che un dipendente non è adatto, ma non puoi licenziarlo. Ci sono le leggi, ci sono i sindacati, e ci sono soprattutto le vertenze. Se decidi di lasciare a casa qualcuno, puoi stare certo che arriverà una causa di lavoro. E non importa che tu abbia ragione: alla fine, ti tocca sempre pagare.
E non è tutto. Con un po’ di sfortuna, il giudice potrebbe addirittura costringerti a reintegrarlo. Immagina la situazione: non solo hai dovuto affrontare mesi di stress, avvocati e tribunali, ma alla fine ti ritrovi in azienda la stessa persona che volevi licenziare, con ancora meno voglia di lavorare di prima. Una beffa totale.
Meglio non assumerli affatto
A questo punto, la soluzione più logica è chiara: non assumere nessuno. Se non c’è personale, non ci sono problemi. Certo, può sembrare una scelta drastica, ma in Italia è semplicemente il modo più sicuro di proteggere la tua azienda.
Meglio rimanere piccoli, con un team ridotto di persone di cui ti fidi ciecamente. Amici, parenti, persone con cui hai un legame di ferro e che non ti tradiranno (almeno si spera). Perché quando allarghi il team e metti dentro persone esterne, non sai mai cosa può succedere. Oggi sono sorrisi e strette di mano, domani una vertenza che ti tiene sveglio la notte.
E se ti tradiscono anche quelli di fiducia?
Certo, c’è sempre il rischio che anche chi pensavi fosse fidato ti tradisca. Magari un giorno quella persona che hai cresciuto e aiutato decide di mollarti per la concorrenza, portandosi dietro clienti e segreti aziendali. O peggio, ti fa causa pure lui, magari con una scusa qualunque. Perché, diciamolo chiaramente, in Italia i diritti dei lavoratori sembrano sempre contare più dei diritti degli imprenditori.
Ma almeno, con un team ristretto, il rischio è più contenuto. E puoi concentrarti sul lavoro senza passare le giornate a preoccuparti di contratti, tutele sindacali e avvocati.
Se non si può vincere: meglio non giocare
La realtà è che, in Italia, l’imprenditore parte già sconfitto quando si parla di gestione del personale. Se fai tutto per bene e il collaboratore è contento, bene. Ma se qualcosa va storto, sei nei guai. E non importa che tu abbia rispettato ogni norma, che tu abbia agito in buona fede o che il dipendente abbia chiaramente torto: alla fine, sei sempre tu a pagare.
E allora, perché rischiare? Assumere persone è come giocare alla roulette russa: prima o poi il colpo arriva, e quando arriva fa male.
Meglio piccoli, meglio soli
La gestione dei collaboratori in Italia non è un problema da risolvere: è una trappola da evitare. Tra sindacati, vertenze e leggi che sembrano fatte apposta per mettere in difficoltà chi crea lavoro, l’unica soluzione sensata è non assumere nessuno, o limitarsi a un team minuscolo di persone fidate.
Perché, alla fine, se non puoi nemmeno licenziare chi non lavora, tanto è tutto inutile.
Conclusione: La Saggezza del Non Farsi Fregare
Ecco, siamo arrivati alla fine di questo viaggio illuminante attraverso le grandi verità dell’imprenditoria. Abbiamo messo nero su bianco quello che tanti già pensano, ma che pochi hanno il coraggio di dire ad alta voce: non c’è nulla da fare, perché tanto è tutto inutile. Come fa a dipendere da me cambiare il mondo che mi circonda? Un mondo fatto di tasse folli, clienti infedeli e senza soldi che guardano solo al prezzo alla fin fine, di collaboratori sfaticati e infedeli e di un governo che non fa nulla per tutelare noi imprenditori?
Un mondo dove se non sei nato ricco, se non hai gli agganci giusti e se non ti capita una bella botta di fortuna sei condannato al fondo della scala sociale?
Per chi dovresti cambiare? Il marketing è solo fumo negli occhi, il posizionamento è una moda passeggera e i corsi servono solo a chi li tiene. Le vendite?
Si fanno da sole, o non si fanno affatto, e comunque non puoi convincere chi non vuole comprare. La gestione finanziaria? Una trappola di Excel e bilanci che tanto non ti salverà dal baratro delle tasse. E i collaboratori? Beh, meglio non assumerli nemmeno, se non vuoi finire cornuto e mazziato da sindacati e vertenze.
Alla fine, l’imprenditore intelligente sa che la miglior strategia è non complicarsi la vita. Restare piccoli, navigare a vista, fare il meno possibile e sperare che le cose si sistemino da sole. Perché, diciamocelo, se il mercato non gira, se non hai soldi di famiglia, se non hai connessioni potenti, cosa vuoi fare?
Quindi, smetti di affannarti. Lascia perdere i corsi, le campagne di marketing, le strategie e le nuove idee. Se qualcosa non funziona, la colpa non può essere di certo tua che ti spacchi la schiena già dieci ore al giorno e non dormi la notte. Il governo, i clienti, i dipendenti, il mercato mi sembra assodato facciano la loro sporca e enorme parte: sì, la teoria bella dice che “si può sempre migliorare”, magari è vero ma qui diciamocelo chiaro e tondo il problema non sei certo tu.
Non è certo colpa tua se sei nato nella famiglia sbagliata o non te la senti di immetterti nel giro della malavita battendo scontrini di nascosto a locale chiuso per gli “amici” della Ndrangheta.
E allora, perché sbattersi dietro a fumo negli occhi? Meglio restare a lavorare, a smazzarsi i problemi quotidiani che i guru la fuori non sanno manco cosa siano, ma almeno coerenti nelle proprie convinzioni.
Non è vero che chi si ferma è perduto: a volte, fermarsi significa essere più furbi e proteggere quel poco che si ha, senza lasciarsi ingannare come gli altri.
Nota: Se non te ne fossi accorto, questo articolo celebra ironicamente la mentalità del fatalismo imprenditoriale dell’italiano medio. Se ti sei riconosciuto - o se hai riconosciuto il tuo socio (😅)- in queste righe, forse è il momento di chiederti se davvero non ci sia nulla che puoi fare per migliorare. Spoiler: qualcosa c’è sempre.
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